lunedì 30 aprile 2012
Quaglie ed asparagi per la "Sfida dei 2"
Frequentando la blogosfera ho conosciuto un lato di me che ignoravo totalmente: mi piace gareggiare, partecipare a contest e sfide di ogni tipo, mettermi in gioco, vedere dove arriva la mia fantasia. Mi diverte da matti e lo trovo anche molto stimolante perché mi fa sperimentare nuove cotture, nuove presentazioni ed a volte provare nuovi ingredienti. E' proprio quello che è accaduto oggi,con una sfida particolarmente impegnativa ed emozionante per me. Non avevo mai mangiato una quaglia, tantomeno l'avevo cotta, ma l'idea di partecipare ad un contest il cui giudice finale sarà il famosissimo e pluristellato chef Claudio Sadler, mi ha portato a provare.
Ho visto Sadler in televisione, durante un'intervista e mi ha colpito la sua linearità, la semplicità con cui spiegava la nascita della sua passione per la cucina e, successivamente mostrava la preparazione di un piatto. Ho sfogliato più volte i suoi libri, e mi sono lanciata anche nella realizzazione di un paio di dolcini del maestro e con uno dei due sono anche arrivata in finale in un contest...magari lo chef mi porta fortuna ;-)
Tornando alla ricetta di oggi, come dicevo, non è stato per nulla facile decidere, infatti il contest "La sfida del 2" indetto da L'albero della carambola, prevede la preparazione di un piatto i cui due ingredienti fissi sono stati scelti da Sadler stesso: le quaglie e gli asparagi. Inizialmente avevo pensato di farcire le quaglie con gli asparagi, ma alla fine ho optato per un accompagnamento un po' insolito per le quaglie, ma che, sia come presentazione, che come gusto, si addiceva molto. Ho preparato delle gallette di asparagi che, non solo hanno dato al piatto un tocco di colore, ma hanno accompagnato alla perfezione le quaglie. Per la cottura di queste ultime, le ho prima avvolte nella pancetta e poi cotte in padella e sfumate alla fine con la grappa per dare un tocco in più.
Quaglie alla grappa con gallette agli asparagi
Ingredienti:
4 quaglie pulite
100 g di pancetta affettata sottile
1/2 bicchiere di grappa
olio extravergine d'oliva
1 mazzo di asparagi
50 g di farina
100 g di ricota vaccina
2 uova
100 ml di latte
50 g di burro
sale e pepe
Preparare le gallette: lessare gli asparagi in acqua bollente o meglio al vapore, tagliare le punte e frullare i gambi con un filo d'olio. Aggiungere gli asparagi frullati alla ricotta, unire le uova leggermente sbattute, la farina, il latte e salare. Mescolare l'impasto e lasciarlo riposare in frigorifero coperto per almeno 30 minuti.
Riscaldare una noce di burro in un padellino, versarvi una cucchiaiata d'impasto, tenendo il cucchiaio perpendicolare alla padella. Cuocere le gallette per circa 10 minuti, rigirandole a metà cottura.
Preparare le quaglie. Verificare che siano state eliminate le interiora e che non siano rimaste piume. Lavarle, asciugarle bene ed avvolgerle nela pancetta. Legare con lo spago da cucina e farle rosolare nell'olio girandole spesso, in modo da ottenere una cottura uniforme. Dopo circa 20-25 minuti, sfumare con la grappa e lasciare che evapori totalmente. Spegnere il fuoco e salare se necessario. Eliminare lo spago.
Disporre nel piatto le gallette impilandole e una quaglia e qualche punta d'asparago che avevamo tenuto da parte.
Non so se il mio piatto gli piacerà, ma in ogni caso ringrazio L'Albero della carambola e lo chef Claudio Sadler per avermi indotta a provare e, come sempre, a divertirmi in cucina.
Anna Luisa
venerdì 27 aprile 2012
MTchallenge di Aprile:Tartelletta di crema frangipane ed amarene con bavarese all'Amaretto
Alle volte mi domando come mai i giorni passino così velocemente, soprattutto quando si ha una scadenza da rispettare. Un esempio è dato dall'MTchallenge, che come tutti i mesi, termina il 28 ed io, nonostante abbia già deciso la ricetta, l'"aspetto" da dare al mio piatto e soprattutto gli ingredienti da usare, mi ritrovo con Fabio che mi rammenta l'ormai imminente scadenza. E per fortuna che c'è lui, visto che ero convintissima di avere almeno un altro week-end prima di mettermi all'opera.
Tornando a questa divertentissima gara mensile, la ricetta di questa volta è la "torta frangipane" proposta da Ambra. Fortunatamente è una torta che conosco bene, in quanto qualche hanno fa divenne uno di quei tormentoni fissi, quelli che proponi all'ospite di turno, il quale, entusiasta, ti chiede di rifargliela per l'invito successivo. In quel periodo, in particolare, avevo scoperto che mi piaceva tantissimo l'abbinamento tra la crema frangipane e le amarene e così appena vista la ricetta della sfida di questo mese, non ho avuto perplessità ed ho deciso che con le amarene sarebbe stata perfetta.
La difficoltà di scelta viene successivamente, quando si deve decidere come rendere particolare la torta, se abbinare qualche altro sapore e come presentarla, perché, diciamocelo, l'MTchallenge diventa ogni mese più difficile, tutti preparano dei veri e propri capolavori e di certo non può essere definita una sfida semplice. Tuttavia è divertente, divertentissimo, vedere di cosa sono capaci gli altri e cosa si è personalmente in grado di inventare pur di vincere...vincere cosa? Nulla! Se non la scelta della ricetta del mese successivo ed il compito di giudicare le tantissime e bellissime ricette che arrivano, ma è proprio questo che rende l'MTchallenge una gara speciale.
Tornando alla nostra frangipane quindi, mi è balenata alla mente una presentazione di... lo sapete già... di Montersino, di una tartelletta decorata con una mousse. Mi sono resa conto solo in fase di realizzazione che la sua tartelletta altro non era che una tortina frangipane, ma al cacao. Invece io ho preferito prepararla in bianco prendendo solo spunto per la forma dal maestro, ed ho sostituito la mousse con una bavarese all'Amaretto, nel cui centro ho versato la gelatina di amarene. Ma passiamo nel particolare alla nostra tortina frangipane.
Tartelletta frangipane alle amarene con bavarese all'Amaretto
Ingredienti:
Per la pasta frolla :
200 g di farina
100 g di zucchero
100 g di burro
1 uovo
1 pizzico di sale
la scorza grattugiata di un limone
Per la crema frangipane:
200 g di farina di mandorle
200 g di burro ammorbidito
200 g di zucchero
2 uova
60 g di maizena
Per la bavarese all'Amaretto:
200 g di latte intero
50 g di zucchero
100 g di tuorli
10 g di colla di pesce
100 ml di liquore Amaretto di Saronno
250 g di cioccolato bianco
350 g di panna
2 vasetti da 250 g di amarene
2 fogli di colla di pesce
Preparare la bavarese: portare ad ebollizione il latte e versarlo a filo sui tuorli sbattuti con lo zucchero. Continuare a cuocere mescolando il composto, fino a portarlo alla temperatura di 85°C. Allontanare dal fuoco ed aggiungervi la colla di pesce precedentemente ammollata in acqua fredda. Incorporate il cioccolato bianco. Lasciare intiepidire la preparazione ed unire l'Amaretto. Fare raffreddare il tutto in frigorifero. Montare la panna ed incorporarla con delicatezza alla crema. Rivestire gli stampini da ciambelline con la pellicola e, con l'aiuto di una sac à poche, riempirli con la nostra bavarese. Mettere il tutto a raffreddare in frigo per almeno 3 ore.
Preparare la pasta frolla: disporre sul tavolo a fontana la farina, lo zucchero, il sale e la scorza grattugiata del limone. Mettere al centro il burro e sgusciarvi le uova. Impastare velocemente con le mani senza riscaldare troppo il composto. Quando si sarà ottenuto un impasto sodo, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo raffreddare per almeno un'ora in frigorifero.
Preparare la crema frangipane: montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo leggermente sbattuto e, continuando a mescolare, incorporare la farina di mandorle poco per volta e la maizena, continuando a montare.
Riprendere la pasta frolla, stenderla e ritagliare dei dischi della misura dei nostri stampini per tartellette. Imburrare gli stampini e rivestirli di pasta frolla, quindi bucherellarla con una forchetta. Versare nella tartelletta un po' di crema frangipane, disporvi le amarene e ricoprirle con la restante crema frangipane, avendo però l'accortezza di non arrivare al bordo della tartellatta, ma restando almeno mezzo centimetro sotto. Infornare le tartellette a 180°C per circa 20-25 minuti. Sfornare e farle raffreddare completamente.
Una decina di minuti prima di sformare le tartellette, passare le bavaresi in congelatore.
Fare ammorbidire la colla di pesce in acqua fredda, riscaldare una tazzina di sciroppo delle nostre amarene e sciogliervi la cola di pesce. Unire il restante sciroppo e mescolare bene.
Sformare le tartellette, capovolgervi sopra le bavaresi e versarvi nel centro lo sciroppo di amarene ormai raffreddato.
La ricetta della pasta frolla e quella della crema frangipane sono di Ambra, mentre la bavarese è una ricetta di Montersino.
Ed ora...sono già curiosa di sapere quale sarà la ricetta vincitrice dell'MTchallenge ;-)
Anna Luisa
martedì 24 aprile 2012
La notizia dell'anno: Stefania ha vinto!
Lo so, non ci crederete ma questo mese è sucesso un evento storico, un avvenimento del tutto imprevisto, è accaduto qualcosa che prima o poi doveva pur succedere, ma che mai avremmo creduto possibile così, su due piedi, senza alcun preavviso, sappiamo che secondo i Maia nel 2012 sarebbe avvenuta la fine del mondo, ma questo non ce lo aspettavamo proprio: Stefania ha vinto!!!:-DDD
Ebbene, dopo mesi di contest, gare, concorsi, di MTchallenge, di The recipe-tionist, i giudici si sono piegati davanti a cotanta bravura ed hanno riconosciuto il suo talento, facendole vincere The Recipe-tionist.
Dobbiamo dire che ho stretto amicizia con Stefania durante un concorso a cui abiamo partecipato entrambe e che lei ha vinto! Si, avete letto bene, ha vinto una bellissima macchinetta del caffè e quando sono andata a casa sua sperando che mi offrisse almeno un caffè fatto con questo suo trofeo, cosa scopro? Che non l'ha neanche ritirata!
Questa volta però ha vinto un premio che non ha potuto non ritirare: tutti i concorrenti di questo mese del The recipe-tionist di Flavia hanno letto le sue ricette, cercandone una da riprodurre per gareggiare a loro volta.
Anche io mi sono ritagliata un po' di tempo, un intero pomeriggio in verità per spulciare le mille ricette del suo blog, tutte bellissime e fatte benissimo (in realtà perché non vinca "mai" nulla non è chiaro), finché ho avuto una folgorazione: la ricetta con cui partecipare doveva essere non solo quella con cui Stefania aveva partecipato al nostro contest "Goloso di salute", ma quella del post in cui Stefania dichiarava il suo amore per Montersino ed annunciava così di essere finalmente affetta da montersinite anche lei.
Questa torta mi era piaciuta dal primo momento perché Stefania ha rielaborato la dacquoise di frutta secca di Montersino, sostituendola con la farina di castagne e farcendo il dolce con un semifreddo al pistacchio che lega alla perfezione con le castagne. Così mi sono messa all'opera e devo ammettere che la torta di Stefania è veramente da urlo!
Dacquoise alle castagne con crema (semifreddo) al pistacchio (ricetta di S. Oliveri)
Ingredienti:
Per la dacquoise:
200 gr. di albumi
125 gr di zucchero
150 gr di farina di castagne (su 188 gr. di farina di mandorle)
38 gr di farina di mandorle
50 gr. di farina di riso super sottile
138 gr di zucchero
Per il semifreddo al pistacchio:
75 gr. pasta di pistacchio
170 gr. di meringa italiana (metà dose: 200 gr. di zucchero, 50 ml di acqua, 125 albumi, 50 gr di zucchero)
255 gr. di panna montata
Per la bagna:
15 gr di zucchero liquido
25 gr. di acqua
10 gr. di rum
Preparare la dacquoise:montare gli albumi a temperatura ambiente con 125 g di zucchero. In un'altra ciotola mettere tutte le farine con la seconda quantità di zucchero e quindi mescolare il tutto con gli albumi montati, mescolando dal basso verso l'alto con delicatezza, ma con decisione.
Mettere il tutto in una tasca da pasticcere e fare due cerchi su una teglia rivestita con carta forno. Cuocere in forno a 170° per 12 minuti. Sfornare e fare raffreddare.
Preparare la meringa italiana: fare sciogliere in una pentola lo zucchero con l'acqua a fiamma alta, fino a quando non si raggiunge la temperatura di 121 °C. Nel frattempo montare gli albumi con 50 gr. di zucchero e quindi versare lo sciroppo a filo, senza mai fermare le fruste e continuare a montare fino a che non si è raffreddato il tutto. Montare la panna, aggiungere la pasta di pistacchio e mescolare dall'alto verso l'alto.
A questo punto si può montare il dolce.
Mettere un primo strato di dacquoise, bagnato con la bagna di Montersino (sempre metà dose). Con una tasca da pasticcere stendere il semifreddo in cerchi concentrici e poi coprire con un altro disco di dacquoise e spennellare e ricoprire con un altro strato di semifreddo. Decorare con ciuffetti di semifreddo e pistacchi tritati al coltello.
Suggerimenti: la base con la meringa italiana si può anche congelare, così come la torta. La cosa fantastica è che se usate la meringa italiana, la crema non si congelerà mai, ma resterà morbida anche appena uscita dal freezer.
Infine, l'accostamento castagne pistacchi è davvero da urlo, il semifreddo sofficissimo e la dacquoise può non essere bagnata.
Note mie: come suggerito da Stefania, non ho bagnato la dacquoise. Per montare il dolce, ho messo il primo disco di dacquide nel cerchio metallico rivestito di acetato e poi l'ho ricoperto con il semifreddo, su cui ho quindi disposto il secondo cerchio di dacquoise.
Ora che Stefania ha vinto The recipe-tionist, aspettiamo trepidanti la sua vittora all'MTchallenge ;-)
Con questa ricetta partecipiamo al The recipe-tionist di Flavia
Anna Luisa
giovedì 19 aprile 2012
Il miglior piatto del nostro pranzo di Pasqua
Ho deciso, questo settimana mi impossesso completamente del nostro blog. Dopo il post sull'America's cup tenutasi la settimana scorsa a Napoli, faccio un piccolo salto indietro proprio al giorno di Pasqua.
Anche se molti danno per scontato che a casa nostra cucini solo Anna Luisa, non è esattamente così.
Diciamo che la stragrande maggioranza delle volte è proprio così, lei si diverte un mondo, è il suo sfogo, io mangio benissimo, quindi mi va bene così. Ma come già ho avuto modo di dire in altre occasioni, non disdegno affatto di mettermi ai fornelli quando ho un po' di tempo, lo faccio con piacere e con passione.
Durante le feste diventa quasi un obbligo per noi che prepariamo tante cosette iniziare a pensare al menu con un certo anticipo. Per fortuna a Pasqua ci conteniamo un po' di più rispetto a Natale. Anche il fatto che si tratta di un solo giorno di festa aiuta. Spesso sono io a curare i secondi, a controllare le cotture e a cercare di non dimenticare niente in frigo e per poi scoprirlo solo l'indomani...
Per Pasqua ho anche avuto il compito di preparare il primo. Non mi andava di fare un piatto eccessivamente pesante, mi sono così orientato su un primo che contenesse del pesce (un crostaceo in verità) e l'ho abbinato a delle verdure. E così, dopo una rapida consultazione con Alessandra, è nato il nostro primo, ovvero garganelli all'uovo con asparagi, gamberoni e scorzette di limone.
Come spesso succede in queste feste, anche se siamo in compagnia dei nostri parenti, alle foto si può dedicare proprio il minor tempo possibile, quello indispensabile, anche per non fare aspettare gli ospiti.
Garganelli con asparagi, gamberoni e scorzette di limoni
Ingredienti per 4 persone
250 g di garganelli all'uovo
1 fascetto di aparagi
10 gamberoni
1 limone
1 scalogno
olio
sale
Ho lavato e cotto "al dente" a vapore gli asparagi, ho tenuto da parte le cime e poi, dopo averli saltati in padella con dello scalogno e dell'olio, li ho frullati.
Ho scottato i gamberi in padella con un po' di olio per 5 minuti. Una parte li ho sgusciati e ho tenuto da parte col guscio un numero di gamberoni pari a quello dei nostri commensali per decorare il piatto.
Ho cotto i garganelli in acqua bollente salata, lasciandoli un po' al dente per evitare che scuocessero, li ho amalgamati col frullato di aspari a cui ho aggiunto i gamberoni sgusciati e le punte degli asparagi tenute da parte.
Ho completato il piatto con delle scorzette di limone tritate a coltello finemente.
Ma la soddisfazione migliore è stata che nei commenti post pranzo c'è stato un "Era tutto buonissimo, ma il primo è stata la portata che mi è piaciuta di più". Son soddisfazioni :-)
Con questa riceta partecipiamo al contest "Un ricettario per la Pupattola: Primavera"
Fabio
martedì 17 aprile 2012
America's cup a Napoli
Spesso sul blog mi trovo a parlare dei luoghi lontani che visitiamo, ciò non significa che non ami la mia terra ed in particolare la mia città, Napoli. Anzi, appena ne ho la possibilità, mi piace farla vedere agli altri con gli occhi con cui la guardo e la vedo io, al di là dei preconcetti e delle leggende metropolitane che finiscono per rivelarsi inevitabilmente non veritiere. Proprio perché ho avuto la possibilità di girare tante città, mi ritengo fortunato di essere nato e di avere vissuto per tanti anni in quella che io considero senza ombra di dubbio una delle città più belle al mondo, anche se le ragioni del cuore mi portano a dire la più bella. Napoli è ricca di tesori visibili o nascosti ai più, è ricca di tradizioni, di storie, di monumenti, di cultura e anche di bellezze naturalistiche e paesaggistiche.
Io sono anche uno sportivo e seguo la maggior parte degli sport con interesse, anche quelli considerati dai più secondari, come per esempio la vela. La massima espressione di questo sport, quella che gli ha dato anche maggiore visibilità e popolarità è sicuramente l'America's cup, ormai strettamente legata ad uno sponsor che non ha bisogno di presentazione. Ricordo che da piccolo seguivo in tv le regate di Azzurra, poi, un po' più grandicello, ero attaccato al televisore fino a tardi a seguire le imprese del Moro di Venezia, ed infine recentemente mi sono appassionato alle regate di Luna rossa in quel di Valencia. Ho avuto anche la fortuna successivamente di visitare la zona del porto in cui si svolsero queste ultime regate e di assaporare un po' il clima che si respirava nel villaggio in quei giorni e pensavo sempre alla cornice unica che avrebbe potuto dare meritatatemente la mia città. Poi fu scelta Trapani come sede di alcune gare e quasi avevo perso le speranza che Napoli potesse mai ospitare le fasi finali di questa prestigiosa coppa.
Quasi il destino che si faceva beffa, l'estate scorsa in Portogallo ci trovammo a passare per Cascais, sede di una delle tappe dell'ultima coppa in corso mentre si stava allestendo il villaggio e si montavano i capannoni e le imbarcazioni per le regate che si sarebbero tenute da lì a pochi giorni. Facemmo colazione al bar con alcuni membri dei team partecipanti. E ancora una volta mi domandavo perché a Napoli no e quasi mi rispondevo, peggio per loro.
Poi all'improvviso partono le trattative e la candidatura di Napoli ad ospitare una tappa di queste regate prende sempre più consistenza fino a diventare realtà.
E così partono i lavori frenetici di adeguamento delle banchine del molo, la costruzione del villaggio, la sistemazione di alcune strade cittadine e la creazione di una grossa area a traffico limitato che creerà qualche disagio ed inevitabili polemiche da parte di qualcuno, la minoranza per fortuna, quella che alla fine, visto il successo della manifestazione, si dovrà ricredere. Ma io sono strafavorevole ai mezzi pubblici e al camminare a piedi, quindi ben vengano le zone a traffico limitato. Già nei giorni precedenti le regate, trovandomi in zona, mi ero affacciato per curiosare. Poi finalmente iniziano i veri allenamenti in vista della gara e la voglia di andare lì a vedere le imbarcazioni dal vivo cresce sempre di più. I primi giorni sono proprio Pasqua e pasquetta e quindi è stato impossibile per me muovermi, ma il martedì, approfittando del bel tempo e del fatto che sarebbe stato l'unico giorno per me in cui sarei potuto andare ad assistere, mi ci sono precipitato.
Già arrivando verso il lungomare l'entusiasmo cresceva sempre di più. Non vi dico l'emozione quando da lontano ho potuto vedere alcune vele in acqua. Emozione come quella di un bambino felice. Così ho preso la macchina fotografica e ho cercato di immortalare questi bolidi dell'acqua tra le domande curiose di chi mi stava vicino e non conosceva bene le regole di questa tipologia di gare o semplicemente i giorni di svolgimento delle gare stesse. Le più cercate erano le imbarcazioni di Prada, che però hanno fatto allenamento parecchio a largo, mentre altre imbarcazioni hanno dato spettacolo anche a pochi metri dalla riva. Mi è dispiaciuto non poter assistere alle gare vere e proprie, semmai anche da mare, ma sono contento che questo mio piccolo sogno si sia realizzato. La cornice della città e l'entusiasmo dei cittadini hanno sicuramente dato un qualcosa di più a questa manifestazione che già di suo è prestigiosa ma che a Napoli ha acquistato ancora più valore.Vedere sfrecciare questi bolidi tra Castel dell'ovo e Posillipo è stato uno spettacolo unico!
Inutile dire che la vittoria del team Prada piranha nella mia città mi ha fatto estremamente felice.
Termino questo mio racconto con alcune delle mie fotografie.
Ricordo che le fotografie sono di mia esclusiva proprietà, che ne è vietata la riproduzione, la commercializzazione e l'utilizzo senza menzione dei dititti d'autore. Eventualmente potete contattarmi all'indirizzo e-mail del blog.
Fabio
Fabio
mercoledì 11 aprile 2012
La Cheese pie da "porca figura".
Allora, come avete trascorso questi giorno di festa? Sarei curiosa di entrare nelle vostre case e sbirciare mentre preparate i vostri manicaretti per i parenti e gli amici, vedere come scegliete il menu e gli abbinamenti tra i piatti e tra i vari componenti dello stesso piatto. Lo so, sono una curiosona, ma non ho capito ancora il perché quando si tratti di preparare un pranzo per i parenti mi diventa tutto difficile, quasi impossibile. Mi sembra che nulla vada bene di ciò che ho finora cucinato e non so mai decidere quali piatti preparare. A tutto ciò si aggiunge anche il corri corri generale dettato da questi giorni e così si arriva a non avere neanche un menu ben delineato, a soli due giorni dal fatidico pranzo. Fortunatamente, ho sempre qualche asso nella manica, o per meglio dire qualche blog da spulciare, dove trovare dei piatti di sicuro successo o di "porca figura" come dice la blogger in questione. Avrete capito tutti che si tratta di Alessandra e questa volta la ricetta con cui è venuta in mio soccorso è la sua Cheese pie. Infatti, mentre pensavo ad un antipasto buono e bello da preparare per il pranzo di Pasqua, ho avuto un flash, mi è venuta in mente questa torta salata con cui Alessandra aveva partecipato al nostro contest dell'anno scorso, "Cosa metto nel cestino?". Così ho deciso che anche questa volta "Sant'Alessandra" sarebbe venuta in mio soccorso e sono certa che, solo in questo caso, neanche San Gennaro se ne risentirà ;-)
Riporto la ricetta come scritta da Ale:
Cheese pie
Per la brisèe al limone
fate una pasta brisèe con le vostre solite dosi e grattugiatevi la scorza di mezzo limone. Dopodiché, stendetela subito in uno stampo da pie imburrato e mettetela in frigo per circa mezz'ora.
Per il ripieno
per la bechamelle al formaggio
600 ml di latte
80 g di farina
50 g di burro
150 g di gruviera (o cheddar, poco stagionato)
Sale
Preparare una bechamelle molto densa, facendo sciogliere prima il burro, in un casseruolino e poi unendovi la farina, mescolando con un cucchiaio di legno, a fuoco basso. Di solito, io preparo proprio il roux, vale a dire il composto di burro e farina che serve come addensante delle salse e solo quando è pronto aggiungo il latte.
Freddo, poco alla volta, mescolando con una frusta.
So che in tanti usano il latte caldo, ma ogni volta che ci provo, mi vengono i grumi. Invece, in questo modo, viene una bechamelle perfetta: liscia, vellutata, setosa.
Appena la salsa bolle, bisognerebbe aggiungere il gruviera grattugiato. Uso il condizionale, perché tutto dipende dal grado di addensamento. Se vi si è addensata a sufficienza, procedete come da istruzioni. Altrimenti, lasciatela sobbollire ancora qualche minuto, per farla ridurre. Aggiustare di sale e lasciate raffreddare.
Accendete il forno a 200 gradi
3 uova intere
Sale
Trasferite la bechamelle al formaggio in una terrina, mescolatela con una frusta per "romperla" un po' e aggiungete le uova, uno alla volta, mescolando sempre. Aggiustate di sale. Versate il composto nel guscio di brisèe e fate cuocere per circa 20 minuti. Quando la sfornate, dovrà presentarsi all'incirca così
A questo punto, se dovete metterla nel cestino di Fabio e Annalu, è perfetta. Lasciatela raffreddare benissimo, prima di tagliarla, di modo che il ripieno prenda consistenza e poi potete consumarla dove volete: in piedi, seduti, nel piatto o con le mani- sempre buona è.
Se invece volete la porca figura e pure con gli effetti speciali, montate un albume a neve fermissima, con un pizzico di sale e qualche goccia di limone, mettetelo in un sac -a-poche e poi formate tanti ciuffetti sulla superficie della torta, ovviamente ben fredda. A temperatura ambiente, sia chiaro, ma fredda.
Passatela sotto il grill del forno per due o tre minuti, il tempo di farla dorare e servitela immediatamente, con contorno di insalatine fresche di stagione. Vedrete che roba. Un unico avvertimento: l'albume non è meringa, ma solo albume montato, leggermente salato. Quindi, ha una consistenza del tutto diversa: ragion per cui, al calore si ritira un po'. Mettetene un po' di più, sulla superficie della torta, con l'avvertenza di non lasciare nessun "buco", neanche il più piccolo e non usate il cannello con la fiamma, perché rischiereste di far sciogliere tutto, al contatto diretto col fuoco. Bastano pochi minuti di vecchio grill- ed è tutto pronto.
Ho seguito la sua ricetta, preparando la brisé di Knam e, volendo fare la "porca figura", l'ho presentata con la meringa che Alessandra consiglia.
Pasta brisé di E.Knam:Ho seguito la sua ricetta, preparando la brisé di Knam e, volendo fare la "porca figura", l'ho presentata con la meringa che Alessandra consiglia.
280 g di farina 00
120 g di burro
2 tuorli
80 g circa di acqua
Il successo è assicurato ed ancora una volta ringrazio Sant'Alessandra! ;-)
Le foto sono state fatte al volo durante il pranzo di Pasqua^^
Le foto sono state fatte al volo durante il pranzo di Pasqua^^
Con questa ricetta partecipo al contest "La Pasqua a tavola" di Fornelli Profumati
Anna Luisa
martedì 3 aprile 2012
Panini napoletani...per Matti
La Pasqua ormai è alle porte e fuori già si sente il profumo delle pastiere e del tortano, che preparati qualche giorno prima, saranno perfetti per il pranzo di domenica e da portare ad un bel picnic per Pasquetta.
Proprio sul tortano c'è una diatriba tra napoletani della provincia e quelli della città. Infatti in provincia c'è una distinzione tra tortano, cioè quel brioscione nel cui impasto c'è la sugna e che è ripieno di provolone, proscutto, salame, preferibilmente il tutto sormontato da uova sode; ed il casatiello, molto meno compatto del tortano e insaporito solo con la sugna e tanto, tanto pepe. Quest'ultimo a Napoli pare sia sconosciuto o quasi, in ogni caso con il termine "casatiello" si intende anche il tortano.
Diciamo che oggi ho preferito venire fuori da questa discussione sul nome dell'uno e dell'altro ed ho preferito preparare qualcosa che si avvicina molto ad entrambi e che in tutta la Campania è conosciuto con un unico nome: il panino napoletano.
Come vi ho detto, il panino napoletano assomiglia molto ad entrambi gli impasti, ma soprattutto al tortano, dal quale trae la farcitura e la spirale che forma l'impasto attorno alla farcia. La differenza sostanziale però è nella forma, tipicamente a ciambella quella del tortano ed a trancetti quella dei panini napoletani. Proprio per il fatto di essere delle monoporzioni, si prestano benissimo per una merenda ed è proprio per questo che ho scelto di prepararli per il contest indetto da Eleonora, o più precisamente da suo figlio, Mattia.
La scelta della ricetta è stata facile, ripensando a quante volte, fin da piccoli, sia io che Fabio abbiamo mangiato qusto merenda, sicuramente non leggera, ma tanto, tanto buona.
La parte difficile è stata la scelta della bevanda di accompagnamento, che doveva essere fatta da noi, quindi non pronta e stare bene con il piatto presentato. Come dicevo tante volte Fabio ed io abbiamo fatto merenda con i panini napoletani, ma ad accomagnarli c'era sempre lei, la mitica Coca-cola. Prima che possiate pensare che io sia riuscita a riprodurre la Coca-cola in casa, vi dico subito che non è così, anche se trovare la ricetta segreta e diventare milionaria non mi dispiacerebbe affatto...sai quante caccavelline carine mi comprerei...ok, torniamo con i piedi per terra. Dunque, per accompagnare i panini napoletani ho pensato che ci sarebbe stata benissimo una granita di Coca-cola ed ecco pronta la merenda per Matti.
Panini napoletani
Ingredienti:
500 g di farina Manitoba
1 bicchiere di acqua tiepida
1 cucchiaino di zucchero
1 cubetto di lievito
3 cucchiai di sugna
sale
pepe
per il ripieno:
100 g di mortadella tagliata a dadini
100 g di salame tagliato a dadini
100 g di prosciutto cotto tagliato a dadini
200 g di provolone semistagionato tagliato a dadini
20 g di pecorino grattugiato
1 uovo per spennellare i panini
Granita alla Coca-cola
Ingredienti
500 ml di Coca-cola
il succo di mezzo limone
100 g di zucchero
1 fetta di limone per acompagnare
Preparare l'impasto dei panini: disporre la farina a fontana sul piano di lavoro, mettervi al centro il bicchiere di acqua in cui avremo sciolto lo zucchero ed il lievito ed iniziare ad impastare. Quando l'impasto avrà assunto una certa consistenza, iniziare ad aggiungere la sugna poco per volta e, solo alla fine, il sale. Continuare ad impastare per circa 15 minuti. Potrebbe essere necessario aggiungere un po' d'acqua o di farina, ma questo dipende dalla farina stessa o dall'umidità dell'ambiente. In ogni caso si dovrà ottenere un impasto simile ad una brioche, morbido, ma che non si attacca alle mani.
Lasciare lievitare l'impasto in un luogo tiepido, a riparo da correnti d'aria, per circa un'ora e mezza.
Riprendere l'impasto, stenderlo sul ripiano e cospargerlo con l'imbottitura e con il pecorino grattugiato. Premere un po' l'imbottitura in modo da farla penetrare leggermente nell'impasto. Arrotolare quest'ultimo e tagliarlo in tranci larghi circa quattro dita. Disporre i tranci su una placca rivestita di carta da forno, spennellarli con l'uovo sbattuto e cuocerli in forno preriscaldato a 190°C per circa mezz'ora, finché risultino dorati.
Preparare la granita: sciogliere nella Coca-cola lo zucchero per non farla cristallizzare, poco per volta perchè ne amenterà l'effervescenza, ed il succo di limone. Mettere nella gelatiera per circa 30 minuti. Mettere la granita in un bicchiere e mescolare, aggiungendo qualche cucchiaiata di Coca-cola se è necessario. Servire con una fetta di limone.
Allora Matti, ci vieni a fare merenda da noi? ^_^
Con questa ricetta partecipiamo al contest di Eleonora e Mattia "Fare merenda mi piace da...Matti!"
Anna Luisa e Fabio
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