martedì 30 novembre 2010

Cranberry Hootycreeks...in a jar



Ormai il Natale è alle porte, mancano solo 25 giorni e spero che noi (st)renne con le nostre idee vi stiamo aiutando a trovare dei piccoli, dolci pensieri da preparare per i vostri amici.
Oggi vi voglio proporre un'idea un po' originale ed adatta soprattutto per quelle amiche, e perché no, per quegli amici che si divertono in cucina come noi.
Certo ricevere delle leccornie a Natale è bello, e sicuramente tra i doni golosi quelli più frequenti sono i biscotti, ma se invece di riceverli già belli e pronti, vi venisse regalato il preparato per farli voi stessi in casa ed avere così anche la soddisfazione di averli realizzati con le vostre mani? Sono certa che i vostri amici, dopo aver apprezzato l'originalità del regalo, saranno felici di potersi divertire in cucina anche loro.




Cranberry Hootycreeks...in a jar

Ingredienti per 20 biscotti:
80 g di farina
40 g di amido di mais
60 g di farina
2 g di lievito per dolci
3 g di sale
75 g di zucchero di canna
65 g di zucchero semolato
60 g di mirtilli rossi
90 g di gocce di cioccolato bianco
55 g di noci tritate
1 barattolo della capacità di 1 L



Disporre gli ingredienti nel barattolo seguendo l'elenco. Su un'etichetta o un biglietto natalizio indicare il metodo di preparazione:
Riscaldare il forno a 180°C. Rivestire uno stampo con carta da forno. In una ciotola mescolare 50 g di burro con un uovo ed un cucchiaino di essenza di vaniglia. Aggiungere tutto il contenuto del barattolo e mescolare con un cucchiaio all'inizio e poi con le mani. Fare riposare il preparato almeno 20 minuti in frigo. Prelevare dalla ciotola delle palline di composto della dimensione di un mandarino. Disporle sulla teglia ben distanziate tra loro e cuocere i cookies per circa 20 minuti. Farli raffreddare completamente prima di toglierli dalla teglia.
Questi biscotti durano una settimana circa se conservati in una scatola e di latta ed ovviamente, se resistete alla tentazione di mangiarli...




Anna Luisa

venerdì 26 novembre 2010

MT challenge...ho fatto una magia!



Ebbene, tutti sapete ormai che come ricetta per l' MT challenge di Novembre, le nostre amiche menuturistiche e Ginestra hanno scelto il coniglio alla cacciatora. Questa volta Fabio, folgorato da un'idea, ha voluto partecipare da solo...ma io di certo non potevo gettare la spugna e non partecipare...si, ma come? Questa è la domanda che caratterizza ogni MT challenge e la risposta non è mai scontata, questa volta più che mai, considerando che con i secondi piatti non vado molto d'accordo. L'idea me l'ha data Fabio stesso, dicendo una frase illuminante. Per cui, se il cacciatore (Fabio) ha sparato le sue migliori "cartucce", alla cacciatrice (io) non restava che fare una magia e tirare fuori il coniglio dal cilindro!




Coniglio alla cacciatora...con un tocco di magia

Ingredienti:
1 coniglio tagliato a pezzi
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
3/4 di litro di vino rosso
100 g di olive di Gaeta
5-6 pomodori del piennolo
1 cucchiaino di dado in polvere
sale q.b.
olio q.b

Per la frolla (di M. Roux)

250 g di farina
125 di burro, tagliato a pezzi e leggermente ammorbidito
1 uovo
1 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
40 ml di acqua fredda




Preparare il trito con la carota, il sedano e la cipolla e farlo soffriggere con due cucchiai di olio in un tegame di coccio. Aggiungere i pezzi di coniglio che avremo messo a marinare in 1/2 litro di vino rosso per almeno 12 ore. Quando il coniglio si sarà un po' rosolato, sfumare con il vino ed aspettare che quest'ultimo evapori. Aggiungere i pomodorini del piennolo pelati ed il dado in polvere allo stesso liquido di cottura che avrà prodotto il coniglio. Cuocere la prima mezz'ora coperto e poi scoperto finché il sugo si sarà addensato. Aggiungere le olive e regolare di sale.
Preparare il "cilindro".Versare la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettere al centro il burro, lo zucchero, l'uovo e il sale, poi mescolateli e lavorateli con la punta delle dita. Unite la farina poco alla volta, lavorando delicatamente l'impasto finché assume una consistenza grumosa. Aggiungere acqua fredda e incorporarla delicatamente con la punta delle dita finché l'impasto comincia a stare insieme. Spingere lontano da voi l'impasto con il palmo della mano, lavorando di polso, per 4 o 5 volte, finché è liscio. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo a riposare fino al momento dell'uso.
Con della carta alluminio formare un cilindro, rivestirlo di carta da forno e poggiarlo su una placca da forno rivestito con altra carta da forno. Stendere la pasta frolla e ricoprire la carta alluminio, creando un cilindro. Ritagliare dai bordi la pasta frolla in eccesso ed utilizzarla per fare la "bacchetta". Cuocere "bacchetta" e "cilindro" in forno preriscaldato a 180°c per 20-25 minuti.
Fare raffreddare il cilindro, poggiarlo nel piatto da portata con la bacchetta vicini e mettere la carne un po' dentro il cilindro ed un  po' fuori, dando l'impressione che "il coniglio esca dal cilindro".



Baci
Anna Luisa

giovedì 25 novembre 2010

Un dolce Thanksgiving day a tutti!



Il quarto giovedì di Novembre negli Stati Uniti si festeggia il giorno del ringraziamento (o per dirlo alla loro maniera il "thanksgiving day"), giorno in cui i padri fondatori terminarono il loro primo raccolto.
Chi è stato negli USA sa che sono soliti fare le cose in grande, anche e soprattutto i loro pranzi, figuriamoci poi quelli di feste così importanti come questa! Sicuramente tutti ricorderete di aver visto in qualche film americano la scena in cui tutta la famiglia è riunita a tavola ed il capofamiglia che taglia quell'enorme bestiola che è il tacchino, è enorme il nostro, figuriamoci i loro, cresciuti in quelli immense (aridalli) praterie.
Ovviamente questo volatile (che in realtà non vola, ma lasciamo perdere), è accompagnato da innumerevoli salse e contorni ed il tutto innaffiato da buon sidro. Ora vi aspetterete sicuramente la ricetta del tacchino, ma secondo voi, una golosaccia di dolci come me, in un pranzo del genere guarda il tacchino o aspetta il dessert? Spero che sia lo stesso anche per voi, perché non ho alcuna intenzione di darvi una ricetta per prepaparare il tacchino, bensì vi voglio far notare che ci sono varie torte che vengono servite come dessert: la pumpkin pie (torta di zucca), la cranberry pie (torta di mirtilli) e la pecan pie (torta di noci pecan).
Oggi ho preparato la pecan pie nella versione al cioccolato (della serie non facciamoci mancare nulla!), con la ricetta tratta dal libro "Cioccolato" di Patricia Lousada.



Pecan Pie

Ingredienti:
per la base
190 g di farina
2 cucchiai di zucchero semolato
un pizzico generoso di sale
100 g di burro a dadini
1 tuorlo d'uovo
2 cucchiai di acqua fredda

per la farcia
60 g di burro
2 cucchiai di cacao in polvere
250 ml di melassa
3 uova
90 g di zucchero di canna
2 cucchiai di rum
250 g di noci pecan



Per la base: in una ciotola mescolare la farina setacciata, lo zucchero ed il sale. Lavorare il burro con le dita finché si ottiene una consistenza simile alle briciole. Allungare il tuorlo con l'acqua e unirlo al composto, ottenendo un massa abbastanza consistente.
Lavorare fino ad ottenere una palla, avvologerla in una pellicola e passarla in frigorifero per 30 minuti. Stendere la pasta e rivestire una tortiera di 24 cm di diametro, precedentemente imburrata. Passare in frigorifero.
Preriscaldare il forno a 180°C.
Per la farcia: in una casseruola far sciogliere il burro, toglierlo dal fuoco, incorporare il cacao e la melassa. A parte montare le uova con lo zucchero e il rum. Incorporare il composto di cacao. Ridurre a pezzi le noci, tenendo da parte le più belle per la decorazione finale. Aggiungere al composto le noci tritate. Versare sulla base. Con le rimanenti noci decorare la superficie del dolce.
Infornare per 35-40 minuti circa, coperto con un foglio di alluminio, che verrà tolto 5 minuti prima di sfornare la torta per permetterle di colorirsi.
Sfornare e servire la crostata appena tiepida o a temperatura ambiente.



Ora vi aspetterete anche le ricette della altre torte, ma se ve le do ora, poi l'anno prossimo cosa faccio? :-D

Thanks a tutti
Anna Luisa

martedì 23 novembre 2010

Confettura di cipolle di Tropea



Quando eravamo molto piccoli, sia io che Anna Luisa andavamo a mare in Calabria, io sullo Ionio e lei sul Tirreno. Ci è sempre piaciuto un sacco andare lì perché i posti sono tranquilli ed il mare è eccezionale. Ancora oggi, ogni volta che possiamo, nel periodo estivo, cerchiamo di sfruttare ogni fine settimana utile per goderci quella pace e quei posti magnifici. Ma anche per "assaporare" questa terra molto particolare, di antiche tradizioni, anche culinarie. Tra le varie specialità locali, uno dei prodotti tipici per eccellenza è la cipolla rossa di Tropea, inconfondibile col suo colore amaranto e la forma allungata. E' proprio il microclima delle zone di produzione legato alle caratteristiche dei terreni a conferire alla cipolla un sapore "dolce".
Oltre che per delle preparazioni a crudo, in cui è ottima e se ne può gustare pienamente l'aroma, ultimamente questo ortaggio viene utilizzato per preparare una confettura.
Visto che è possibile prepararla con un po' di anticipo, è un'ottima idea come regalino gastronomico per Natale, quindi una perfetta (st)renna.
Potevo non partecipare anche io (Fabio) a questa bella raccolta con una mia ricetta? Certo che no!
La ricetta che vi propongo, può essere usata per la preparazione della confettura con qualunque cipolla rossa, ma è chiaro che se avete la possibilità di procurarvi quella di Tropea, è meglio.



Confettura di cipolle rosse di Tropea*

Per 3 vasi da 250 ml
1 kg di cipolle rosse
800 g di zucchero
2 foglie di alloro
3 pezzetti di cannella
6 chiodi di garofano
150 g di uvetta
2,5 dl di vino bianco secco
2 dl di aceto bianco
sale



Preparazione
Sbucciate le cipolle e affettatele finemente; mettetele in una casseruola con l'alloro, l'uvetta, lo zucchero, poco sale e le spezie. Mescolate e lasciate insaporire per un'ora. Trasferite la casseruola sul fuoco, unite il vino e 2 dl di aceto, portate ad ebollizione, abbassate la fiamma e cuocete per un'ora, finché avrete una confettura densa. Durante la cottura, togliete man mano la schiuma che dovesse formarsi in superficie.
Togliete la confettura dal fuoco, eliminate le foglie di alloro e rovesciatela ancora calda nei vasetti perfettamente bolliti, puliti ed asciutti. Chiudeteli ermeticamente, avvolgeteli in un canovaccio e poneteli in una pentola. Versate abbondante acqua tiepida fino a superare i vasi di circa 4-5 cm, portate lentamente ad ebollizione, abbassate la fiamma e sterilizzate la confettura per un'ora. Fate raffreddare i vasi nell'acqua, poi toglieteli dal recipiente e riponeteli in un luogo fresco e buio. Si conserva per 8-9 mesi.

*ricetta tratta da "Il meglio di Sale & pepe"




Per verificare il grado di consistenza che avrà la confettura, uso mettere un piattino in congelatore e quando vedo che la confettura si sta addensando (ci vuole un bel po' visto che all'inzio caccia molto liquido), ne metto un po' sul piattino e una volta raffreddata, vedo se è pronta. Altrimenti ripeto l'operazione ogni 5-10 minuti finché raggiunge la giusta densità.
Per le spezie siete liberi di usare quelle consigliate o di sostituirle con quelle che più vi piacciono.



Questa confettura si accompagna divinamente ai formaggi, sia quelli più freschi che più stagionati, con cui esprime il meglio di sé. Ma provatela anche semplicemente spalmata su una fetta di pane e mi direte...

E domani non perdetevi la (st)renna di Stefania!
Fabio

venerdì 19 novembre 2010

Un dolce tris ...o meglio, un terzo tempo



Forse molti di voi non lo sapranno, ma quando ero piccolo giocavo a basket e ci ho giocato per parecchi anni. Ho iniziato molto piccolo col mini basket, con i canestri bassi e con i trofei ai quali venivamo premiati con i biscotti Plasmon che all'epoca erano lo sponsor. Poi crescendo i palloni sono diventati più grandi e i canestri più alti. La squadra era quella della Parrocchia del rione dove sono cresciuto. Per anni quindi ho avuto modo di frequentare i ragazzi della squadra, in particolare quelli del così detto "quintetto base". Io, il mio gemello e altri 3 ragazzi. Negli anni siamo cresciuti tecnicamente e con la nostra modesta squadra ci siamo tolti piccole e grandi soddisfazioni. Purtroppo però a 14 anni, a causa degli impegni scolastici troppo pressanti, sia io che mio fratello abbiamo dovuto a malincuore abbandonare. Di conseguenza la squadra che tanto bene prometteva si è sfasciata.
Poi anche gli episodi della vita di ciascuno di noi hanno portato ad allontanarci, fino a quando, prima dell'estate, accompagnando Anna Luisa ad una mostra farmaceutica a Roma, ho avuto il piacere di reincontrare Massimo, proprio uno dei ragazzi del quintetto base cui eravamo più legati. Caso ha voluto che lo stesso giorno, un altro di questi tre ragazzi ha trovato il mio gemello su fb. Non ci resta che trovare il quinto ora! Prima dell'estate ho avuto modo di vedermi con entrambi per una pranzo, e poi Massimo, con la moglie e la sua splendida bimba, è venuto a trovarci a casa nostra. Sabato scorso ha ricambiato l'invito invitandoci a casa sua, e visto che ero stato da poco al corso della Perugina, ho pensato di preparare e di portare loro dei cioccolatini. Ne ho realizzati tre tipi diversi,  che richiamando un gesto atletico tipico del basket, potei chiamare un bel terzo tempo...




Cioccolatino mojito*

Ingredienti
50 g di panna liquida fresca
180 g di cioccolato bianco
20 g di burro
20 g di rhum
5 g di sciroppo di menta
400g di cioccolato fondente

Procedimento
Portare a bollore la panna. Unire il cioccolato bianco e poi il burro fincé ilcomposto non è ben amalgamato.
Da composto togliere 2 cucchiai ed unirvi lo sciroppo di menta.
Alla rimanente ganache aggiungere il rhum e fare raffreddare.
Temperare il cioccolato da fondente facendolo sciogliere a bagnomaria, quindi versarne i 2/3 su un piano e lavorarlo con la spatola. Unirlo al resto della cioccolata e controllare che la temperatura sia di 31° C. Foderare col cioccolato temperato gli stampi.
Colare negli stampi di cioccolato una piccola quantità di ganache alla menta, riempire fino a 2 mm dal bordo con la ganache al rhum e fare cristallizzare.
Chiudere con altro cioccolato fondente temperato.
 Aspettare che asciughi bene e smodellare.

*ricetta della Scuola del cioccolato della Perugina





Per gli altri due cioccolatini ho seguito lo stesso procedimento per il guscio, mentre il ripieno l'ho realizzato con una parte di panna liquida fresca e il triplo di quantità di una barretta al gianduia per uno dei due e una alla banana per l'altro. Il ripieno in questi ultimi due casi è venuto meno cremoso. Per renderlo più cremoso, aggiungere un po' di burro o di panna o un liquore per aromatizzare.

Con questo post ringrazio tutti quelli che ci hanno votati per il Libero Mobile Awards, permettendoci di vincere la nostra categoria con ben 1020 voti! Il mobile è il futuro secondo noi, e noi ci siamo! GRAZIE di cuore a tutti coloro che hanno votati!

Fabio

mercoledì 17 novembre 2010

"Le cartucce" per il coniglio...



Quando Ginestra ha proposto la nuova ricetta per l' MT challenge di Novembre, ero rimasto un po' perplesso sulle possibilità di realizzazione. Poi pian piano però è arrivata una prima idea, seguita da una seconda. E allora mi sono detto: "Perché una delle due che hai pensato non la realizzi tu?" Detto...fatto!
Visto che si parla di coniglio alla cacciatora e ormai chi mi conosce lo sa, mi piace giocare con le parole, ho pensato di realizzare questa ricetta cercando di richiamare alla mente e alla vista le cartucce usate proprio dai cacciatori.
E invece di proporlo sotto forma di "secondo", ho pensato di realizzare "un primo", anche se con la stessa preparazione, si può servire anche tranquillamente come secondo. E visto che si parla di "primi" e di "secondi", sappiate che questa è una preparazione che richiede tempi relativamente lughi. Il classico piatto della domenica per intenderci.
Premetto che non ho una ricetta di famiglia tradizionale per questa preparazione. Uno dei modi classici con i quali si prepara da noi il coniglio è all'ischitana, con i pomodorini. Questa preparazione, invece, è un po' alla maniera mia, diciamo così. Ho cercato comunque di usare ingredienti semplici che si sposassero bene con questo tipo di pietanza. E non ho usato i pomodorini, ma ho preferito una versione in bianco. Di rosso invece ci ho messo un bel vino...



Ingredienti
500 g di coniglio a pezzi
1 cipolla
1 carota grande
100 g di olive nere
150 g di pancetta tesa
sedano
vino rosso
10 paccheri lunghi di Gragnano
1 bustina di zafferano
100 ml di panna
cacao

per la marinatuta:
1 l di vino rosso
2 foglie di alloro
1 cipolla
1 gambo di sedano
6 chiodi di garofano



Procedimento
Mettere il coniglio precedentemente fatto a pezzi in una ciotola capiente. Coprire con l'alloro, la cipolla affettata grossolanamente, il sedano, i chiodi di garofano e coprire interamente col vino rosso. Personalmente ho scelto un vino rosso toscano corposo delle colline lucchesi. Lasciare a marinare 2-3 ore, girando il coniglio di tanto in tanto.
Nel frattempo preparare un battuto con le cipolle, le carote ed il sedano sminuzzati finemente e metterlo a rosolare in un tegame di coccio a fuoco molto lento per 45 minuti in modo da fare appassire il tutto.
Arrotolare ogni pezzo di coniglio scolato della marinatura con una striscia di pancetta tesa e mettere nel tegame dove avremo rosolato il battuto e fare dorare da tutti i lati. Sfumare con un po' di vino rosso. Una volta che l'alcool è evaporato, coprire e far cuocere per un'oretta e mezza finché le carni del coniglio non saranno tenere. Aggiungere l'uvetta passita e i pinoli verso fine cottura e altre olive nere di Gaeta tagliuzzate a pezzi piccoli.
In abbondante acqua salata cuocere al dente i paccheri, scolare. Riempire col coniglio fatto a pezzetti, mischiato al fondo di cottura per dare sapore e mantenerlo morbido.
Sistemare le "cartucce" così ottenute su un letto di panna in cui ho sciolto dello zafferano per dare colore (e devo dire che anche come sapore ha legato molto bene) e guarnire con polvere di cacao a simulare la polvere da sparo (cacao che col conglio secondo me ci sta benissimo).



Inutile dire che sono contrario alla caccia...ma non al coniglio alla cacciatora.



Io non sapevo come prendere parte per la prima volta all'MT challenge, così ho deciso di spararmi queste mie cartucce...

Fabio

martedì 16 novembre 2010

Un boschetto delizioso



Ed eccoci qui pronti a partire con questa ideona...di chi? Ma di Alessandra naturalmente! La quale, a mo' di donna bionica, non solo cura il blog con la Dani, gli Mt challenge e le pagelle di Xfactor, ma trova anche il tempo per proporci di collaborare a questa raccolta a più mani (o dovrei dire a più tastiere? :-D) con Stefania, Mapi e Flavia.
Dato che tra poco, pochissimo tempo sarà Natale, non potevamo che fare una raccolta a tema. E considerando che orami le vetrine si stanno riempendo di addobbi, per le strade si sentono le prime canzoni natalizie e nell'aria si cominciano ad avvertire i primi profumi di dolci, è ora di mettersi all'opera e preparare dei doni.
Così, noi (st)renne di Babbo Natale (la paternità del nome è ovvia :-D), posteremo dal lunedì al venerdì, ognuno di noi un giorno, un piccolo dono, una ricetta, un addobbo che speriamo possano entrare anche nelle vostre case e regalarvi un felice Natale. Troverete una strenna il lunedì da Ale e Dani, il martedì da noi su assaggidiviaggio, il mercoledì da Stefania, il giovedì da Flavia ed il venerdì da Mapi.




Alberelli di Natale

Ingredienti per 15 alberelli
250 g di burro ammorbidito
50 g di zucchero a velo
250 g di farina
50 g di amido di mais
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 uovo
un pizzico di sale

per la decorazione
30 g di albumi
150 g di zucchero a velo
1 confezione di mini-smarties
300 g di cioccolato al latte
15 stecchi di legno per gelati



Con la frusta elettrica sbattere il burro con lo zucchero e la vaniglia fino ad ottenere una crema spumosa. Aggiungere l'uovo e continuare a mescolare. Disporre sul ripiano la farina e l'amido di mais a fontana e versare al centro il composto di burro ed il sale. Impastare brevemente con le mani, fino ad ottenere un impasto omogeneo. Avvolgerlo nella pellicola e metterlo in  frigo almeno un'ora.
Stendere l'impasto delle spessore di mezzo centimetro e con le gli stampini formare i nostri alberelli. Mettere i biscotti su una placca rivestita di carta da forno e cuocerli in forno ventilato preriscaldato a 160°C per 18 minuti, girando la teglia a metà cottura.
Trascorso il tempo di cottura, togliere la teglia dal forno e lasciarvi i biscotti ancora 10 minuti.
Preparare la glassa mescolando l'albume e lo zucchero a velo. Con una sac a poche decorare gli alberelli con la glassa e poi disporre i mini-smarties. Quando la glassa si sarà asciugata, sciogliere il cioccolato al latte e con una sac a poche metterne un po' sul retro di ciascun alberello, poggiare lo stecco di legno e quindi il secondo alberello sopra. Fare asciugare bene prima di incartarli.



Troverete tutti i post di questa raccolta sotto al bannerino in alto a destra nel nostro blog.
Così non ci resta che augurarvi buona raccolta e passare il testimone a Stefania per domani.

Anna Luisa e Fabio

lunedì 15 novembre 2010

Mamma, mi si è ristretto il tortello...



La seconda parte del corso a Bologna alla "Vecchia scuola bolognese", ha portato i suoi frutti. Non solo per quanto riguarda la sfoglia, ma anche per il ripieno. Infatti, trovandomi a Bologna, ho colto l'occasione per andare a trovare la zia Paola e lì ho incontrato anche la zia Laura (non vi spaventate, ho solamente 13 zii tra i materni ed i paterni). Dicevo, le mie zie, mi hanno regalato due belle zucche di quelle un po' dolci, con la polpa compatta...insomma adattissime per fare i tortelli di zucca. A casa mia, non piacendo a nessuno dei miei genitori, non venivano preparati, ma li ho provati una volta a casa dello zio Felice (eccone un altro dei 13;-)) preparati dalla zia Silvia...(rientra nei 13 quale consorte, ma le voglio bene come ad una zia diretta) ed è stato subito amore. Così, tornata da Bologna con questo ricco bottino, oltre ad un attestato di sfoglina, non potevo esimermi dal prepararli...con quale ricetta? Ma con quella della Spisni ovviamente ;-)...ma con un condimento un po' diverso dal solito...



Tortelli di zucca con ristretto al Lambrusco

Ingredienti per 6 persone
Per la sfoglia:
4 uova
400 g di farina

Per il ripieno dei tortelli:
1 kg di zucca
50 g di amaretti
100 g di parmigiano grattugiato
1 tuorlo
sale e pepe
noce moscata

Per il ristretto:
200 ml di Lambrusco
1 scalogno
2 cucchiaini di zucchero
50 g di burro

Preparare la sfoglia:
mettere sul tavolo la farina a fontana e rompervi al centro le uova. Impastare inizialmente con la forchetta e successivamente a a mano, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciare riposare l'impasto per almeno 30 minuti.
Preparare il ripieno dei tortelli:
tagliare la zucca a pezzi, avvolgerli nell'alluminio e cuocere in fono a 180 °C per circa un'ora. Con un cucchiaio raccogliere la polpa della zucca in una ciotola ed aggiungervi gli amaretti sbriciolati, il parmigiano , il tuorlo, la noce moscata, il sale ed il pepe. Riporre il ripieno in frigo fino al momento di utilizzarlo.
Tirare la sfoglia, tagliarla in quadrati di 4 cm di lato. Disporre con una sac-à-poche il ripieno di zucca al centro di ogni quadrato e chiuderli dando loro la forma dei tortelli.
Preparare il ristretto al Lambrusco. Mettere in un pentolino il Lambrusco, lo scalogno tagliato a fette e lo zucchero e fare cuocere fino ad ottenere una salsa densa.
Cuocere i tortelli in acqua bollente salata, scolarli e saltarli in padella con il burro. Impiattarli e condirli con il ristretto al Lambrusco.


P.S.
Da oggi c'è una sorpresa in più per voi in vista delle prossime vacanze natalizie: "Le (st)renne di Babbo Natale". Noi e altre amiche blogger posteremo a turno, ogni giorno, dal lunedì al venerdì una ricetta, un'idea regalo, una decorazione e tante altre cose belle.Quindi non perdetevi i prossimi lunedì con Ale e Dani, i martedì con noi di Assaggidiviaggio, i mercoledì con Stefania, i giovedì su cuocicucidici di Flavia e i venerdì con Maria Pia.
Trovate tutto sotto al banner "Le (st)renne di Natale" in alto a destra.




Anna Luisa

giovedì 11 novembre 2010

Plumcake...decisamente siciliani



Vi ho mai parlato della mia amica Flavia? Come chi è Flavia? La mia spumeggiante amica siciliana, che poi siciliana non è perché è emiliana, ma direi che si è ambientata benissimo nella bella Sicilia e più precisamente alle pendici dell'Etna. La Flavia, soprannominata Elisa, per cui la chiamiamo Ely/Fla, è recentemente entrata nella blogosfera con un suo blog: cuocicucidici. Dopo aver letto il nome che sembra uno scioglilingua, ci si rende subito conto che non può che essere pieno di allegria e di tantissime cose belle e....soprattutto buone! :-P
Ebbene, la cara Flavia sostiene che è bello incontrarmi perché ogni volta che ci vediamo prova qualcosa preparato da me....in realtà la sua cucina non ha nulla da invidiare alla mia e soprattutto sono sempre io moooolto felice di vederla anche perché, a parte le ore trascorse con lei, sempre ricche di risate, Flavia mi porta sempre i buonissimi pistacchi di Bronte. Così, pensando come utilizzarli questa volta, ho preparato dei miniplumcake.




Miniplumcake ai pistacchi

Ingredienti per 8 miniplumcake
100 g di farina
180 g di zucchero
80 g di pistacchi spellati e tritati
120 g di burro
50 ml di latte
1 cucchiaio di pasta di pistacchio
4 uova
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Imburrare gli stampini e riscaldare il forno a 180°C.
Frullare i pistacchi con la farina, il sale, lievito e 50 g di zucchero e metterlo da parte in una ciotola.
Sciogliere il burro al microonde, aggiungere lo zucchero e mescolare con la frusta fino a renderlo spumeggiante (come Flavia, no?:-D), unire le uova uno alla volta, mescolando con un frullino elettrico per almeno 10 minuti. Aggiungere quindi il latte e la pasta di pistacchio.
Versare l'impasto liquido su quello secco e mescolare il tanto che basta per renderlo abbastanza omogeneo, ma ancora grumoso. Versare il tutto negli stampini e cuocere in forno per 20-25 minuti.



Non so se dipende dal carattere caliente di Flavia o dalla terra di origine dei pistacchi, ma questi plumcake mi ricordano proprio l'Etna in eruzione ;-)

Anna Luisa

mercoledì 10 novembre 2010

Tartellette...mozzafiato



E' bello vedere quanto internet abbia avvicinato le persone negli ultimi tempi. Certo un po' distrae dalla vita reale, ma del sano relax, sempre con moderazione, ci sta bene dopo una lunga giornata di lavoro e di stress.
Così quando Fabio mi regalò il PC portatile, la prima cosa che feci fu di andare su un forum di cucina...non l'avreste mai immaginato, vero? :-D
Il forum era quello della Cucina Italiana, e devo dire che dopo un po' di titubanza dovuta alla mia profonda timidezza, mi sono decisa a scrivere e a partecipare alla vita del forum con uno scambio di ricette e consigli. Proprio sul forum ho potuto conoscere delle amiche con cui ho poi condiviso dei bellissimi momenti di vita reale e tra queste c'è una netta predominanza di genovesi...ed è pensando a loro che oggi abbiamo (perché la carne è opera di Fabio) preparato questa variante al tema di un noto piatto napoletano...la genovese.



Tartellette di  genovese e provola affumicata

Ingredienti per la genovese:

500 g di carne di manzo (quello che noi chiamiamo piccione)
100 ml di olio
4 cipolle grandi
un bicchiere di vino bianco
sale e pepe

Ingredienti per la frolla (di M. Roux)
250 g di farina
125 di burro, tagliato a pezzi e leggermente ammorbidito
1 uovo
1 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di sale
40 ml di acqua fredda

1 provola da 300 g

Preparare la genovese. In un tegame, preferibilmente di coccio, fare rosolare la carne nell'olio, sfumare con il vino e, quando quest'ultimo sarà evaporato, aggiungere le cipolle tagliate a fette sottili. Coprire e lasciare cuocere per 3-4 ore, rigirando la carne e mescolando di tanto in tanto. A fine cottura, quando le cipolle saranno brune, regolare di sale e pepe.
Preparare la frolla. Versare la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettere al centro il burro, lo zucchero, l'uovo e il sale, poi mescolateli e lavorateli con la punta delle dita. Unite la farina poco alla volta, lavorando delicatamente l'impasto finché assume una consistenza grumosa. Aggiungere acqua fredda e incorporarla delicatamente con la punta delle dita finché l'impasto comincia a stare insieme. Spingere lontano da voi l'impasto con il palmo della mano, lavorando di polso, per 4 o 5 volte, finché è liscio. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo a riposare fino al momento dell'uso.
Tagliare la provola a pezzetti.
Stendere la pasta frolla dello spessore di 3 mm circa ed utilizzarla per rivestire gli stampini precedentemente imburrati. Bucherellate la pasta frolla, riempite le tartellette con un'abbondante cucchiaiata di genovese, ricordandovi di abbondare con le cipolle, disponete sopra i pezzetti di provola e cuocete le tartellette in forno preriscaldato a 180°C per 12-13 minuti.





Il perché questo tipico piatto napoletano si chiami genovese, nessuno lo sa. Alcuni suppongono perché sia stato introdotto a Napoli da un cuoco che si chiamava Genovese, altri che il suddetto cuoco fosse genovese, fatto sta che i genovesi questo piatto, purtroppo per loro, non lo conoscono e non sanno cosa si perdono ;-)


Anna Luisa

lunedì 8 novembre 2010

Non c'è due senza tre



Ebbene si, l'abbiamo rifatto...e per la terza volta! Ma questa volta non è tutta "colpa" nostra. Dopo avere partecipato infatti al "Master fondente" e al "Master tutto latte" presso la Scuola del cioccolato della Perugina a Perugia, in occasione dell'apertura della nuova sede di Napoli presso la Città del gusto, siamo stati invitati dalla nota fabbrica di cioccolato a partecipare al corso che si è tenuto durante la festa di inaugurazione del 3 Novembre scorso.
Arrivati con un leggero di anticipo, gironzoliamo per i locali curiosando un po' in questa scuola dove non siamo mai stati prima. Dopo essere stati accolti dal personale della Perugina con un cioccolatino, veniamo salutati affettuosamente dal Maestro Massimiliano Guidubaldi e successivamente anche dall'altro Maestro, Alberto Farinelli che ci hanno tenuto le due precedenti lezioni a Perugia.







"L'aula" è leggermente diversa da quella "quadrata" di Perugia, i banchi sono d'acciaio e si lavora in 2 persone su ogni postazione e sono disposti ad emiciclo di fronte al banco del Maestro.








Dopo l'arrivo di tutti i partecipanti, possiamo metterci all'opera sotto la guida del bravo e molto simpatico Maestro Massimiliano. Ancora non sappiamo cosa andremo a produrre, ci è stato infatti mantenuto segreto fino all'inizio della lezione. Il corso tenuto dal Maestro Massimiliano è uno di quelli che si terranno presso la scuola di Napoli, "Varietà di dolci note". Prepareremo un bicchierino di cioccolato a forma di cuore riempito con una mousse al cioccolato bianco per metà e per l'altra metà con una mousse al cioccolato fondente aromatizzata al rhum. I corsi che si terranno nella scuola di Napoli, così come in quella di Roma che inaugurerà molto presto, saranno differenti da quelli tenuti a Perugia.







 Nel frattempo l'altro Maestro, Alberto, segue la degustazione cui partecipano altri invitati. E mentre fuori dall'aula si mangia e si festeggia l'inaugurazione, noi siamo all'opera con i nostri cioccolatini.









Per prima cosa prepariamo le mousses e le mettiamo da parte, poi passiamo al temperaggio del cioccolato per creare i nostri bicchierini, quindi le decorazioni che useremo alla fine.











Molti ci hanno chiesto quale stampo abbiamo usato e dove è possibile procurarlo. Lo trovate sul sito: Dolce creazione, è lo stampo "coppetta a cuore" in policarbonato rigido, praticamente indistruttibile.

 Una volta che i bicchierini sono pronti, li tiriamo fuori dallo stampo e procediamo a riempirli con la mousse e a decorarli con un rametto di ribes rosso e le decorazioni al cioccolato che ci siamo divertiti ad inventare.
Trovate tutta la ricetta QUI.









E visto che si tratta del primo corso della Perugi...NA a Napoli, abbiamo voluto personalizzare il cioccolatino anche con una sagoma del Vesuvio.



Come ogni corso che si rispetti, alla fine ci viene consegnato anche l'attestato di partecipazione.





E' stata davvero una bella serata, trascorsa in compagnia di altri appassionati come noi del cioccolato. Inoltre abbiamo avuto la sopresa di trovare al corso due amiche di Castellammare, Rosaria e la nipote Cristina, oltre ad un'altra coppia di partecipanti della nostra città, Francesca e Giusy.





Oltre ad avere un bellissimo aspetto, è inutile dirvi che questi bicchierini, che potete divertirvi a preparare anche con una mousse al latte e una fondente, sono una vera delizia da offrire ad amici in visita per un caffé o come un ottimo post cena.



Fabio