giovedì 4 aprile 2013

Pranzo pasquale con un tocco di originalità: Soffiato di pastiera di De Riso



Solitamente amo preparare un pranzo pasquale molto tradizionale, secondo le usanze partenopee, iniziando dal tortano, opera di mio padre da qualche anno a questa parte, sufficiente a sfamare almeno tre o quattro famiglie (Fabio dice generazioni, ma va be'...); affettati e ricotta rigorosamente salata, un primo che quest'anno è stato il sartù di riso, agnello al forno o alla brace e, per concludere, la pastiera.
Ho parlato già tempo fa di questo dolce napoletano tipicamente pasquale, molto apprezzato in tutta la penisola e non solo. La mia buona sorte mi ha permesso di trovare la ricetta della pastiera che utilizzava mio nonno e che ormai è una garanzia per fare una bella figura con i commensali. Non potevo quindi esimermi dal prepararla, ligia alla tradizione, ma ho voluto fare una piccola infrazione alla regola, preparando anche una variante di questo buonissimo dolce: il soffiato di pastiera di De Riso.
La torta del noto pasticciere in realtà è più simile ad una cheesecake, ma mantenendo l'aroma di fiori d'arancio, il grano e la pasta frolla, non può che essere ancora considerata una pastiera, se pur rivisitata in chiave moderna. Per alcuni potrebbe risultare anche più facile da fare della pastiera classica e a parer mio, ottima per soddisfare una voglia di pastiera nei mesi caldi, quando la versione classica risulterebbe troppo pesante.



Soffiato di pastiera (da "Dolci del sole" di Sal De Riso)

Ingredienti:
Per la pasta frolla:
60 g di burro morbido
40 g di zucchero
20 g di tuorli d'uovo (uno)
1 g di sale
1/2 baccello di vaniglia
scorza grattugiata di 1/2 limone di Amalfi (oppure di 1 limone normale)
75 g di farina
25 g di fecola di patate

Per la crema alla pastiera napoletana
150 g di ricotta
150 g di grano cotto
160 g di zucchero
80 g di arancia candita a cubetti
150 g di panna montata
2 gocce di essenza di fiori d'arancio
5 g di fogli di gelatina
80 g di tuorli d'uovo (quattro)
50 g di acqua

Per le arance semicandite
150 g di fette sottili di arance
150 g di zucchero



Preparare la pasta frolla: In una ciotola formare una pastella amalgamando tutti gli ingredinti tranne la farina e la fecola. Poi incorporarle poco per volta dopo averle setacciate. Impastare bene. Se invece avete un robot da cucina, inserite tutti gli ingredienti e azionate per 1 minuto. Raccogliete l'impasto e lasciatelo riposare in frigorifero per circa 30 minuti, ricoperto con pellicola trasparente.
Per la crema alla pastiera napoletana, fare cuocere 80 g di zucchero in acqua fino a 120°C. Versate questo sciroppo bollente sui tuorli e montate con le fruste elettriche fino a quadrupicarne il volume. A parte, in una ciotola abbastanza capiente, rendete a crema la ricotta con lo zucchero e i fiori d'arancio, poi unite il grano cotto. Reidratate la gelatina in acqua fredda per 5 minuti, scioglietela a bagnomaria o in forno a microonde e, ancora calda, stemperatela nella crema di ricotta, mescolando velocemente. Quindi incorporate delicatamente con una spatola i cubetti di arancia candita, la panna montata e infine i tuorli.
Per le arance semicandite, ponete in un pentolino le fette di arancia, aggiungete lo zucchero e fate cuocere a fuoco lento per circa 3 minuti. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente.
Preparate la torta. Su un piano di lavoro, con un matterello, tirate la frolla a uno spessore di circa 5 mm, ritagliatene un anello d'acciaio di circa 18 cm di diametro, sistematelo su una placca ricoperta di carta da forno e infornate a 180°C per 20 minuti. Ponete il disco di pasta frolla cotto e raffreddato in un cerchio d'acciaio da pasticcere di 20 cm di diametro. Riempite con la crema leggera alla pastiera napoletana e lisciate la superficie con l'aiuto di una spatola. Mettete il dolce in freezer per circa 3 ore. Quando la torta sarà ben fredda, glassate la superficie con lo sciroppo ottenuto dalle arance semicandite e decorate con le fettine d'arance. Ponete la torta su un piatto da portata e, con l'aiuto del phon, riscaldate brevemente l'anello d'acciaio e sfilatelo dalla parte superiore. Il dolce va conservato e servito ad una temperatura di +4°C.


E' vero che il pranzo pasquale mi piace prepaparlo secondo la tradizione, ma a volte un tocco di novità ci sta bene e soprattutto è molto apprezzato anche dagli ospiti.

Anna Luisa





mercoledì 27 marzo 2013

MT challenge di Marzo: la fideuà (negra)

(cliccare sulle foto per ingrandirle)


Di come ho scoperto la fideuà ve l'ho già detto. Vi ho anche detto che la paella già l'avevamo preparata. Detta così sembra una cosa semplice, invece non lo è stato. Non per la difficoltà nel prepararla, ma per come è andata. Vi dicevo che la figlia dei nostri amici ha contatti con una famiglia spagnola e quindi decidemmo di rivolgerci a loro per chiedere la ricetta e tutti i suggerimenti del caso. Alla sua domanda le viene risposto di andare a prendere "due pacchi"  all'aeroporto di Napoli il giorno x. Lì per lì rimase perplessa, salvo capire solo più tardi che erano loro due che venivano a Napoli! Ma non finisce qui. Si sono presentati con tanto di super "paella", meticolosamente imballata per il volo, il riso, il resto degli ingredienti e finanche due bottiglie di acqua di Valencia (un po' come quando noi napoletani ci portiamo in giro la macchinetta del caffé e pure l'acqua, perché si sa che altrimenti non viene allo stesso modo) e un quotidiano locale, perché anche quello è fondamentale per coprire alla fine la preparazione. Insomma una sorpresa bellissima, seguita dalla preparazione collettiva e dalla mangiata in compagnia.
 Ma torniamo alla fideuà, perché di questo stiamo parlando. Dopo aver realizzato la versione classica, mi sono lanciato nella preparazione che ho avuto davanti agli occhi sin dall'inizio. Ovvero quella col nero di seppia, un po' come si fa anche la paella (negra). Pur usando lo stesso brodo che avevo preparato per l'altra, volevo però cambiare i pesci e crostacei per la preparazione, a cui ho aggiunto anche alcuni molluschi. Dal pescivendolo avevo preso dei frutti di mare misti (cozze, che non userò, vongole e fasolari, che con la loro "linguetta" rossa contrastano perfettamente col nero di seppia), dei calamari, che ho fatto a pezzetti, dei gamberi e dei cannolicchi. Perché il gusto, ma anche l'occhio, vuole la sua parte.


La preparazione è uguale a quella della fideuà classica, proposta da Mai, la vincitrice in carica dell'ultimo MT challenge, solo che ho omesso il soffritto di pomodoro e ho aggiunto il nero di seppia.


Ingredienti per 6 persone (dal blog di Mai)
 
600 gr. di "fideus" (potete farli spezzando degli spaghetti, 2/3 cm)
1 o 3 spichi d'aglio (a piacere)

350 gr. di calamari

350 di gamberi

una manciata di cannolicchi
500g di vongole e fasolari
una manciata di tentacoli di piccoli calamari
1 bustina di nero di seppia

sale olio extra vergine



brodo
1 cipolla media

aqua, sale

pesce di roccia (quello che trovate)

per la salsa alioli

1 spichio d'aglio (ma se vi piace il sapore forte anche 3)

olió extra vergine (quanto basta per legare la salsa sui 100 ml)

saleil rosso di un uovo (facoltativo)


Preparazione

Per il brodo
Mettere i pesci in circa due litri d'acqua fredda assieme alla cipolla divisa in quattro, portare a bollore e cuocere per circa 45 minuti. Filtrare e tenere da parte.

Per la fideuà
Scadare un filo d'olio nella "paella", versare i fideus e farli tostare in maniera omogenea, devono diventarte di un bel colore dorato, leggermente marroncino. Attenzione a non farli tostare troppo.
Aggiungere olio per cuocere velocemente i gamberi e i calamari fatti a pezzetti.A parte ho fatto aprire le vongole e i fasolari, oltre ai cannolicchi, poi privati del iquido in eccesso che si può usare anche per insaporire. Tenere il tutto in caldo in un contenitore con coperchio. Il pesce cuoce in pochi minuti, salatelo alla fine, prima di toglierlo. Aggiungete olio tra una cottura e l'altra.

(dal blog di Mai)
 Dopo la cottura di gamberi e calamari, aggiungete il brodo, il sufficiente a coprire appena ap pena la pasta quando la andremo a buttare.Sciogliere il nero di seppia per 5 minuti prima di buttare la pasta.  Dovrete regolarvi a secondo la pentola o padella che avete a disposizione, ma meglio se questa è bassa e larga.
Quando il brodo comincia a sobbollire buttare la pasta, disporla omogeneamente su tutta la padella. Qui vanno controllati i tempi di cottura della pasta, la mia era 10 minuti, dopo i primi 4 minuti che cuoceva la pasta ci ho aggiunto i calamari e i gamberi, amalgamato e cotto fino ai 6 minuti restanti. Assaggiare se è giusto di sale e adagiare sopra i cannolicchi, le vongole e i fasolari in maniera armoniosa.Per la salsa alioli
Si comincia con il mortaio appoggiato sul tavolo, pestando l'aglio 1o 3 spicchi, privi dell'anima e un pizzico di sale. Deve diventare una purea finissima, senza grumi. Dopodichè fate sedere il marito con il mortaio tra le gambe, in una mano il pestello e nell'altro l'oliera. Il preparato si deve girare e girare versando l'olio a filo, o meglio a goccia, sul mortaio ma non direttamente sull'impasto. Vedrete che dopo 15/20 minuti la salsa comincia a legare e a crescere
(Io ho preparato la versione col rosso dell'uovo ed ho usato due spicchi d'aglio privati dell'anima).

 

Per la presentazione singola ho messo la pasta mescolata con i gamberi sgusciati, i calamari, i cannolicchi, i fasolari dentro un coppa pasta per dargli la forma, quindi ho decorato con i tentacoli di un calamaretto, un fasolaro, un gambero rosso poggiato di lato, due cannolicchi sopra e una pennellata nel piatto col dorso di un cucchiaino di salsa alioli.

Anche questa versione mi ha pienamente soddisfatto. Mi sembra di aver festeggiato Mai nel migliore dei modi.

Fabio

lunedì 25 marzo 2013

MT challenge di Marzo: la fideuà (classica)

(cliccare sulle foto per ingrandirle)


Amo viaggiare e amo mangiare (bene). E' spesso inevitabile associare un piatto ad un posto specifico. E se mi dite "fideuà" io penso subito a Valencia (ma Barcellona è bellissima, meraviglisa...non mi vorrei giocare la vittoria al secondo rigo di post, sia chiaro^^), e vi spiego perché. Circa 7 anni fa la figlia di nostri amici era a Valencia per perfezionare la lingua e per questo motivo si trattenne un bel po' di tempo e fu così che ci venne l'idea di farle una sorpresa. Prenotammo il nostro bel fine settimana senza dirle niente, facendo in modo anche di trovarci sullo stesso volo al rientro. Una volta arrivati lì, la chiamammo e le facemmo la sorpresa. Durante la nostra permanenza, le gentili persone presso le quali alloggiava, ci portarono in un tipico ristorante dal tetto spiovente alla periferia della città, precisamente nella zona del parco naturale dell'Albufera dove arrivammo in barca dopo un bel giro d'esplorazione. Ovviamente non poteva mancare la paella, ma a tavola ad un certo punto arrivò un'altra padellona con della pasta accompagnata da una salsa, l'aioli. Una volta appurato che la salsa era a base di aglio, ebbi avuto un po' di perplessità, visto che non lo amo particolarmente (a dirla tutta, nonostante questo, mi perseguita. Se fate un sugo o qualsiasi altra cosa con dell'aglio, anche per un reggimento di 300 persone, state certi che arriverà nel mio piatto e lo mangerò, all'ultimo boccone...).
Nonostante ciò però non mi tiro mai indietro all'assaggio. E così prendo un po' di fideuà ed un po' di salsa alioli ed inizio a mangiarla. E qui la grande sorpresa. La salsa è leggerissima e si sposa perfettamente con questo piatto. E mi piace, molto.



Anche se abbiamo avuto modo di fare la paella (ma questa è un'altra storia...), non ci era ancora capitato di rifare la fideuà. E allora potete immaginare la mia gioia quando ho letto che Mai, la vincitrice dell'ultimo MTchallenge, aveva scelto proprio la fideuà come piatto della sfida.
Come prima cosa, decido di fare una sopresa ad Anna Luisa. Le ordino su internet una "paella", senza dirle niente. Ma poi lo verrà a sapere prima del suo arrivo. Non ho resistito, vista anche l'occasione in cui gliel'ho detto. Inoltre (punto di forza avere amici con amici in Spagna^^) riusciamo a procurarci un pacco di "fideus", il formato di pasta che si usa per questa ricetta, una sorta di spaghetti tagliati, leggermente ricurvi.
A quel punto è iniziato tutto lo scervellamento per la realizzazione. Ma viste le regole e volendola fare a base di pesce, ovviamente dovevo anche considerare cosa avrei trovato dal pescivendolo. E così mi reco dal mio rivenditore di fiducia, dò un'occhiata ed inizio ad elebarore la ricetta o meglio, dovrei dire le ricette, in quanto fin dal primo momento ho davanti agli occhi la ricetta che realizzerò, ma prima voglio cimentarmi nell'eleborazione base, quella presentata da Mai, seppure col pescato scelto da me.
Prendo quindi ciò che mi serve sia per il brodo di pesce che per il piatto.
La sera prima di mettermi all'opera, inizio ad anticiparmi, e mi metto con "Santa Pazienza" a preparare la salsa alioli, evitando gli sguardi indiscreti di Anna Luisa, come suggerito da Mai. La stessa diceva che sarebbe salito l'orgoglio alla fine, Anna Luisa mi fa notare che la prima cosa che sale è l'odore di aglio per tutta la cucina. Ho deciso di preparare la versione col tuorlo. Sarà dura, non mancheranno dei momenti difficili :-))), ma alla fine sono soddisfatto, spumosa e liscia.
L'indomani mattina mi metto subito a lavoro (guarda caso è anche il giorno del compleanno di Mai e mi sembra quasi di festeggiarla e di doverla attendere per pranzo tanto è presente durante la preparazione della ricetta). Per prima cosa inizio a preparare il brodo, che richiede un po' più di tempo. Ne faccio abbastanza per tutte e due le preparazioni. Dopo aver tostato la pasta, preparo i vari ingredienti, ovvero gli scampi, i gamberi e i calamari ed il soffritto di pomodoro. Tutto rigorosamente come spiegato nel post super dettagliato (completo di video!) di Mai al quale rimando e mi limito a riepilogare brevemente i passaggi.




Ingredienti per 6 persone (dal blog di Mai)
 
600 gr. di "fideus" (potete farli spezzando degli spaghetti, 2/3 cm)

5 pomodori maturi

1 o 3 spichi d'aglio (a piacere)

350 gr. di calamari

350 di gamberi

6 scampi

1/2 cucchiaino di paprica dolce

un pizzico di pistilli di zafferano

sale olio extra vergine



brodo

1 cipolla media

aqua, sale

pesce di roccia (quello che trovate)

per la salsa alioli
1 spichio d'aglio (ma se vi piace il sapore forte anche 3)

olió extra vergine (quanto basta per legare la salsa sui 100 ml)

sale

il rosso di un uovo (facoltativo)

Preparazione

Per il brodo
Mettere i pesci in circa due litri d'acqua fredda assieme alla cipolla divisa in quattro, portare a bollore e cuocere per circa 45 minuti. Filtrare e tenere da parte.

Per la fideuà
Scadare un filo d'olio nella "paella", versare i fideus e farli tostare in maniera omogenea, devono diventarte di un bel colore dorato, leggermente marroncino. Attenzione a non farli tostare troppo.
Aggiungere olio per cuocere gli scampi (da salare alla fine prima di toglierli), quindi i gamberi e i calamari fatti a rondelle. Tenere il tutto in caldo in un contenitore con coperchio. Il pesce cuoce in pochi minuti, aggiungete sempre olio, anche perché servirà per il soffritto.

(dal blog di Mai) Lavare e sbucciare i pomodori. Se li fate sbollentare qualche minuto in acqua bollente è molto più facile, se non avete voglia potete usare il pela patate. Tagliuzzateli piccoli, piccoli. Sbucciare lo spicchio/spicchi d'aglio, fateli fini fini e soffriggere nell'olio, dopo qualche secondo aggiungerci i pomodori. Aggiungere una punta di zucchero, e più avanti correggere di sale. Se è necessario, (e lo sarà) bagnare con del brodo di pesce. 
Quando il soffritto ha cambiato colore, si è ridotto e addensato, versare lo zafferano pestato nel mortaio e sciolto con un filo di brodo, amalgamare e aggiungere mezzo cucchiaino di paprica dolce. Dopo di che va versato il brodo, il sufficiente a coprire appena appena la pasta quando la andremo a buttare. Dovrete regolarvi a secondo la pentola o padella che avete a disposizione, ma meglio se questa è bassa e larga. 
Quando il brodo comincia a sobbollire buttare la pasta, disporla omogeneamente su tutta la padella. Qui vanno controllati i tempi di cottura della pasta, la mia era 10 minuti, dopo i primi 4 minuti che cuoceva la pasta ci ho aggiunto i calamari e i gamberi, amalgamato e cotto fino ai 6 minuti restanti. Assaggiare se è giusto di sale e adagiare sopra gli scampi.Per la salsa alioli
Si comincia con il mortaio appoggiato sul tavolo, pestando l'aglio 1o 3 spicchi, privi dell'anima e un pizzico di sale. Deve diventare una purea finissima, senza grumi. Dopodichè fate sedere il marito con il mortaio tra le gambe, in una mano il pestello e nell'altro l'oliera. Il preparato si deve girare e girare versando l'olio a filo, o meglio a goccia, sul mortaio ma non direttamente sull'impasto. Vedrete che dopo 15/20 minuti la salsa comincia a legare e a crescere
(Io ho preparato la versione col rosso dell'uovo ed ho usato due spicchi d'aglio privati dell'anima).
Avevo creduto di comprare gli ingredienti per la ricetta che avrebbe preparato Anna Luisa, ma una volta fatta la spesa e preparata la salsa, mi sono trovato come per magia ai fornelli e non mi sono staccato più, anche se Anna Luisa mi ha dato una mano nella preparazione dei vari ingredienti.

A presto con la seconda e personalizzata versione.

Fabio

giovedì 21 marzo 2013

Un dolcino chic: Macaron d'oro allo zafferano



Ormai lo sapete, quando mi viene una fissazione per un piatto non posso proprio resistere ed inizio a cucinarlo in vari modi, ma anche ripetendolo più volte in un mese. Mi è capitato con la Red Velvet Cake il mese scorso, ma di ciò non mi preoccupo molto perché è durato circa un mese e poi sono riuscita a smettere. Mi preoccupa molto di più che ormai sono anni che periodicamente preparo i macarons cambiando colore e sapore, ma preparandoli comunque spesso. Questi dolcetti sono una vera droga che crea dipendenza e, come se non bastasse la mia voglia di prepararli spesso, anche gli amici che li hanno provati me li chiedono, facendo crollare anche gli ultimi baluardi di resistenza posti da me.
Gli ultimi che ho preparato sono stati quelli di San Valentino, bianchi con un cuoricino rosa e farciti alla fragola, ma questa volta ho deciso di provare un gusto diverso, deciso, ma nuovo ed ho optato per una ganache allo zafferano, detto anche l'oro rosso in quanto è  una spezia preziosa quanto buona e per questo motivo questa crema meritava un macaron altrettanto prezioso, un macaron d'oro.
L'effetto cromatico del guscio e degli stimmi di zafferano che si intravedono nella ganache è sorprendente, ma la sorpresa maggiore la si ha all'assaggio...insomma, assolutamente da provare.


Macarons d'oro allo zafferano

Per i macarons (ricetta di Felder)

Ingredienti:
200 g di farina di mandorle
200 g di zucchero a velo
5 cl di acqua
200 g di zucchero
150 g di albumi
colorante in polvere color oro

Per la ganache allo zafferano:

Ingredienti:
250 g di cioccolato bianco
200 ml di panna
50 d di burro
1 ccchiaino di stimmi di zafferano

 Frullare bene la farina di mandorle e lo zucchero a velo in un mixer, quindi passarli al setaccio. Nel frattempo preparare lo sciroppo di zucchero. Mescolare l'acqua e lo zucchero in un tegamino dal fondo spesso e riscaldare a fuoco medio. Se è necessario pulire i bordi, utilizzare un pennello bagnato di acqua come si fa per il caramello. Aggiungere 75 g di albumi allo zucchero a velo mescolato con la farina di mandorle, fino ad ottenere un composto abbastanza consistente. Nel frattempo iniziare a montare a neve in una ciotola gli altri 75 g di albumi. Quando lo sciroppo raggiunge i 114°C, montare alla massima velocità gli albumi. Appena il termometro arriva a 118-119°C,versare lo sciroppo di zucchero sul bordo interno della ciotola degli albumi montati e continuare a montarli a media velocità. Terminato di versare lo sciroppo continuare a montarle gli albumi alla massima velocità per un altro paio di minuti. Abbiamo ottenuto una meringa all'italiana.
Iniziare ad incorporare la meringa al composto di farina di mandorle, iniziando da una piccola quantità ed aggiungendone altra solo dopo che la quantità precedente sia stata completamente assorbita. A questo punto aggiungere ill colorante. Ricordarsi che il colore tende a sbiadirsi durante la cottura.
Si otterrà un composto denso, ma non fermissimo come una meringa. Mettere il composto nella sac à poche. Rivestire la teglia con carta da forno e riscaldare il forno a 170°C. Formare delle palline di composto del diametro di 3-4 cm sulla carta da forno distanziandole fra di loro. Man mano che si porranno le successive, le precedenti tenderanno ad appiattirsi un po', ma deve accadere perchè i macarons prendano la loro forma caratteristica. Cuocere 10-12 minuti, girando la placca a metà cottura. Durante la cottura i macarons si solleveranno un po', dando origine ad una superficie lucida che dovrà risultare leggermente dorata a fine cottura, ed ad un bordino ruvido. Una volta raffreddati, capovolgerli e con un dito esercitare una leggera pressione nella parte inferiore per potervi porre la farcia.
Per accentuare l'effetto dorato, sciogliere un po' di colorante in qualche gocci di alcool alimentare e spennellare i gusci esternamente.
Per la farcitura: Riscaldare la panna e mettervi lo zafferano. Lasciare in uinfusione per circa un'ora. Riscaldare nuovamente la panna, sciogliere il cioccolato a bagnomaria, aggiungere poco alla volta la panna ed infine il burro. Fare raffreddare completamente, meglio in frigo per 15 minuti, prima di porla nella sac à poche. Capovologere la metà dei macarons e farcirli, quindi coprire con gli altri macarons esercitando una leggera pressione. Conservare in frigo per massimo 3 giorni.


Mi passerà mai la fissazione per i macarons? Per ora mi diverto ed ho già in mente la prossima versione...

Anna Luisa

martedì 5 marzo 2013

Quinto quarto (R)evolution: tagliatelle con fegatini e arancia



Amo cucinare. Quest'affermazione sembra ribadire un qualcosa assolutamente di scontato per una food-blogger, ma, se ciò è vero per coloro che pubblicano quotidianamente o quasi le foto e le ricette dei manicaretti preparti con le loro mani, nel modo reale purtroppo questo amore sta venendo sempre meno.
A malincuore vedo sempre più spesso persone acquistare dei piatti pronti, a volte surgelati, che saranno pronti in pochi minuti, altre volte giusto da riscaldare, senza alcuna voglia di cucinare qualcosa per i propri cari.
La mia è una cucina fatta con il cuore e fortunatamente mi accorgo che i miei familiari ed i miei amici, quando provano un piatto preparato da me, avvertono tutto l'amore con cui l'ho realizzato.
Mi rendo conto che ognuno di noi ha una sua passione ed un suo hobby e che per molti sembrerà una follia che io passi i miei week-end liberi a spadellare o a preparare una bella torta, ma mi piacerebbe fare capire a tutti la gioia che si prova prima nell'immaginare come sarà il piatto che si sta preparando, poi nel vederlo nascere, opera delle vostre mani, magari con qualche modifica in base al gusto personale, ed alla fine servirlo ai conviviali con tutto l'amore di cui si è capaci.
Sia ben chiaro che la mia non vuole essere una critica rivolta a tutti coloro che non trovano proprio il tempo per cucinare, ma, in un mondo in cui si dimostra sempre meno l'affetto che si prova verso le persone che ci circondano, servire loro un piatto fatto con amore è un bellissimo metodo per esternare i propri sentimenti. Non deve essere per forza un piatto elaborato, ma semplicemente preparato con affetto.
Nel mondo virtuale ho avuto modo di conoscere tante persone e, con alcune di esse è nata una bellissima amicizia che ci lega nonostante i chilometri che ci dividono. Purtroppo non è possibile incontrarsi spesso, ma la nostra amicizia è salda. Ammetto che vorrei cucinare per loro, ma a causa della distanza, ciò non è possibile...almeno nella realtà. Nella blogosfera invece, mi fa piacere preparare qualcosa che potrebbero gradire. Oggi il piatto che ho cucinato è per Sabrina e Cristina. Sono entrambe mie care amiche, ed hanno organizzato insieme un contest decisamente originale, Quinto quarto (R)evolution, dedicato alle parti meno pregiate di ovini, suini, bovini & co.. Ammetto che è un campo in cui mi sono destreggiata raramente e, trovare una ricetta che mi ispirasse non è stato per nulla facile.
A casa mia oltre al fegato alla veneziana, che ho sempre amato, qualche volta mia zia cucinava il cervello fritto, ma non andava incontro al mio gusto. Amo molto però il patè di fegatini di pollo dei crostini toscani, ed è proprio per questa ragione che, colpita da una ricetta di Sale&pepe, ho deciso di prepararla per contest, modificandola leggermente.

La ricetta originale prevedeva della pasta alla chitarra che io ho sostituito con delle tagliatelle all'uovo fatte da me. Mentre per la presentazione la mezza arancia con la buccia rigata mi è sembrata adatta a trasformarsi in una ciotolina per questo primo.


Tagliatelle con ragù di fegatini e arancia:
3 uova
300 g di farina
200 g di fegatini di pollo
2 dl di brodo vegetale
1 arancia non trattata
1/2 bicchierino di Cognac
1 scalogno
1 rametto di salvia
30 g di burro
sale
pepe
2 arance da usare come ciotoline

Disporre la farina a fontana, rompervi le uova al centro ed impastare, prima con una  forchetta e poi a mano, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciarlo riposare per almeno un'ora, quindi riprenderlo e stenderlo in una sfoglia sottile. Arrotolare la sfoglia su se stessa e tagliare, ottenendo delle tagliatelle che lascerete asciugare.
Sbucciare lo scalogno e tritarlo finemente. Lavare l'arancia e grattugiare metà della scorza con un rigalimoni. Spremere il succo e tenerlo da parte.
Tagliare a metà le due arance che ci serviranno per la presentazione e scavarle, lasciando solo la buccia esterna.
Sciogliere il burro in una casseruola, unire il trito di scalogno ed un mestolino di brodo. Quando il brodo sarà evaporato, unire i fegatini, rosolarli su fiamma vivace, bagnare con il Cognac e fiammeggiare.

Unire il succo e la scorza dell'arancia, salare e cuocere i fegatini per 5-6 minuti. Scolarli dal fondo di cottura e tritarli finemente. Unirli nuovamente al contenuto della casseruola, versare il brodo rimasto e continuare la cottura del ragù per 5 minuti. Regolare di sale e pepare. Lessare la pasta al dente lasciandola umida, condirla con il ragù di fegatini e servirla nelle ciotoline fatta con le arance.



Con questa ricetta per Sabrina e Cristina, partecipo al loro contest "Quinto quarto (R)evolution"


Anna Luisa



lunedì 25 febbraio 2013

MTchallenge di Febbraio: Red velvet cake all'arancia con caramello salato



Ebbene si, ci sono cascata per l'ennesima volta ed ho preparato la mia TERZA versione della red velvet cake senza glutine proposta da Stefania per l'MTchallenge di Febbraio.
Non so se si è capito, ma mi piace enormemente fare i dolci e "giocare" con la red velvet è stato particolarmente divertente per due ragioni: la prima è la sorpresa degli ospiti quando al taglio della torta scoprono il colore rosso fino a quel momento inaspettato; il secondo motivo è che questa ricetta di Stefania è buonissima e vi assicuro che non l'ho presentata spalmata di Nutella solo per una questione di pudore.
In compenso, dopo essermi divertita prima a presentarla con il classico cream cheese frosting, poi con una ganache all'Amaretto e cranberry, questa volta la torta si è materializzata lentamente nella mia testa, strato dopo strato. Inizialmente avevo pensato di preparare una cheesecake utilizzando la red velvet come base, ma sarebbe stata troppo simile alla prima versione (questo non esclude che un domani non la prepari e, data la mia dipendenza da questa torta, ciò potrebbe succedere prima del previsto). L'idea di preparare un solo disco e di costruirci sopra una torta mi piaceva e così ho pensato di preparare una torta moderna, con un sapore che contrastasse la dolcezza della base e quello dell'arancia, frutto di stagione tra l'altro, mi è parso particolarmente adatto. Un curd all'arancia avrebbe fatto al caso mio, ma poteva andar bene come glassatura della torta, ci andava messo qualcosa che mediasse il sapore del curd e della red velvet e così, dopo essere rimbalzata (figura non tanto retorica considerando il mio aspetto rotondo dopo essermi mangiata tutte queste red velvet) tra l'idea di una bavarese, di un semifreddo e di una mousse, ho optato per quest'ultima.

La torta poteva essere conclusa, ma ci voleva ancora qualcosa. Mi sono ricordata di un'insalata di arance che mi preparava mia nonnna qando ero piccola, le affettava semplicemente e poi le condiva con olio e sale (per chi non lo avesse mai fatto, ve lo consiglio perché è buonissima) e mi sono ricordata come stesse bene il sale sull'arancia, per cui ecco l'ultima idea, uno strato di caramello salato posto nel centro della mousse che magari sarebbe goduriosamente colato fuori dalla fetta dopo il taglio. Ed ecco la mia terza, e giuro ultima, red velvet cake.


Red velvet cake all'arancia con caramello salato

Per la Red velvet (ricetta di Stefania):
160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Easyglut Pedon)

60 gr di fecola (Easyglut Pedon)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena) (amido di mais)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro (Easyglut Pedon)
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (ma se non lo trovate, fate inacidire per 20 minuti la stessa quantità di latte con un cucchiaio di limone)
1 cucchiaio di colorante rosso (Wilton)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio

Per l'orange curd:
2 arance
2 tuorli
2 uova intere
80 g di burro
2 cucchiaini di maizena
150 g di zucchero
1 cucchiaio di olio di riso

6 g di gelatina in fogli

Per la mousse all'arancia:
12 g di gelatina in fogli
400 g di panna
320 g succo d'arancia
100 g di zucchero

Per il caramello salato:
280 g di zucchero
130 g di panna
200 g di burro salato

1 arancia per decorare


Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 20 cm e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la  carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l'ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.

Preparare il curd: montare le uova ed i tuorli con lo zucchero, aggiungere la maizena, quindi la scorza grattugiata ed il succo dei limoni. Unirvi il burro a pezzi, mettere il tutto in un pentolino e portare ad ebollizione mescolando. Fare cuocere un paio di minuti. Filtrare la crema attraverso un colino a maglie strette, aggiungere il foglio di gelatina precedentemente ammollato in acqua fredda ed infine l'olio.
Preparare la mousse: mettere i fogli di gelatina in ammollo in acqua fredda. Riscaldare 70 g di succo d'arancia con lo zucchero fino a che quest'ultimo non sia completamente sciolto. Togliere il tegamino dal fuoco, aggiungere la gelatina, mescolare bene per farla sciogliere ed unirvi il restante succo d'arancia.
Montare la panna ed incorporarle poco alla volta al succo d'arancia.
Preparare il caramello salato: mettere lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso e farlo caramellare. Quando avrà assunto un bel colore ambrato, versarvi a filo la panna calda (deve arrivare quasi a bollore). Togliere il pentolino dal fuoco, aggiungervi il burro a pezzi e mescolare fino ad ottenere una crema omogenea. Mettere in frigorifero.
Montare il dolce: disporre il disco di red velvet su un vassoio e mettervi il cerchio metallico rivestito di acetato, attorno. Con una sac à poche ricoprire interamente il disco e poi fare un cordone sul bordo in modo da creare una sorta di contenitore nel centro della mousse. Mettere la torta in congelatore per un paio d'ore.
Trascorso il tempo riprenderla e versare al centro della mousse il caramello salato. Ricoprire il  tutto con un altro strato di mousse e riporre nuovamente la torta in congelatore per 12 ore. Riprendere la torta, togliere il cerchio metallico e l'acetato e ricoprirla interamente con l'orange curd (eventualmente dopo averlo riscaldato nel microonde se fosse troppo denso).
Decorare con la buccia d'arancia.

Note mie: la ricetta del curd è sempre quella di Alessandra che ho modificato aggiungendo anche la gelatina per fare in modo che non colasse dalla torta.





Per fortuna oggi è l'ultimo giorno per presentare le ricette per l'MTchallenge, altrimenti mi sa che io e Fabio saremmo diventeti due botti ;-)

Anna Luisa


mercoledì 20 febbraio 2013

MTchallenge di febbraio: Red Velvet Cake 2, il ritorno


Visto che la storia della "fanciulla" è piacuta tanto a tutti, ho deciso di scrivere una seconda parte...
No, non preoccupatevi, scherzavo.
La parte seria invece riguarda la red velvet cake proposta da Stefania per l'MTchllenge di questo mese. Questa torta infatti è una vera droga!!! Una volta provata nella versione gluten-free non ho potuto fare a meno di provarla anche nella versione glutinosa (di Flavia) e vi assicuro che Stefania è stata bravissima a creare un perfetto equilibrio tra amido e farine prive di glutine, ottenendo una torta che nulla ha da invidiare a quella con il glutine.
Ho preparato la red velvet con glutine per il compleanno di Milena, la nipotina n°1, ma non paga di aver preparato due volte questa torta nel giro di due giorni, ho pensato di fare un'altra versione senza glutine, arrivando a quota tre Red Velvet Cake nel giro di quattro giorni...se non è una droga questa!
Ovviamente non potevo ripresentarla con il cream cheese frosting, ma una variante era più che doverosa.
Ho preparato quindi una ganache con cioccolato bianco e liquore Amaretto di Saronno, a cui ho aggiunto dei cranberries disidratati per creare un contrasto con il gusto dolce della torta. Inoltre i cranberries legano alla perfezione con il sapore di mandorla del liquore.
Per preparare questa torta ho dimezzato le dosi indicate da Stefania, ottenendo un solo disco di torta che ho poi coppato con il cerchio per ottenere i tre strati di una minitorta.


 Red velvet cake all'Amaretto di Saronno e cranberries
(ricetta di Stefania)

160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Easyglut Pedon)
60 gr di fecola (Easyglut Pedon)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena) (amido di mais)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro (Easyglut Pedon)
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (ma se non lo trovate, fate inacidire per 20 minuti la stessa quantità di latte con un cucchiaio di limone)
1 cucchiaio di colorante rosso (Wilton)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio



 
Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 20 cm e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la  carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l'ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.




Ganache al cioccolato bianco e Amaretto di Saronno
200 g d panna
50 g di burro
250 g di cioccolato (Galak)
50 ml di Amaretto di Saronno

50 g di cranberries 
zuccherini rossi per decorare

Riscaldare la panna, portandola quasi ad ebollizione e versarla poco alla volta sul cioccolato precedentemente tritato. Lasciarlo riposare un paio di minuti, quindi mescolare, aggiungere il burro a pezzetti e, quando la ganache sarà appena tiepida, aggiungere l'Amaretto di Saronno. Mescolare bene e lasciare raffreddare la ganache un'ora in frigo prima di utilizzarla.

Per il montaggio della torta, disporre sul vassoio un disco di red velvet, ricoprirlo con la ganache e cospargere di cranberries, qindi un'altro disco di torta e nuovamente ganache e cranberries. Terminare ricoprendo e spalmando attorno alla torta la ganache. Far raffreddare bene in frigo, quindi cospargere esternamente la torta con gli zuccherini rossi e decorarla con i cranberries.


Posso concludere solo citando un famoso proverbio: non c'è due senza tre..
A buon intenditore...no, questo è un altro.


Anna Luisa

giovedì 14 febbraio 2013

Macarons bianchi per San Valentino




Non avrete certo pensato che la Red vlvet cake fosse il mio unico post per San Valentino. Per questo bellissimo giorno dell'anno in cui a tutti è concesso di lasciarsi andare un po' al romanticismo e riempire di sdolcinerie la persona amata.
In realtà pare che più che concesso sia dovuto, ma per fortuna non è il caso mio e di Fabio perchè le sdolcinerie... ce le facciamo tutto l'anno! Sento già cori di "Ohhhhhh" commossi da tanto romanticismo, ma oggi tutto è concesso. In ogni caso San Valentino va festeggiato e, dato che come ho già raccontato, noi non siamo soliti uscire proprio questa sera per trovare i locali sovraffollati ed avere un pessimo servizio, trascorriamo questa sera in casa, magari festeggiando con una cenetta a lume di candela ed un dolcino...anzi dei dolcini che si addicono particolarmente ad un giorno come questo.


Era tanto tempo che avevo in mente di fare i miei amati macarons in veste bianca, totalmente privi di colore, ma più elganti che mai. Così, dopo essermi documentata da Marcella ed aver avuto qualche dritta da Eleonora, ho deciso di provarci, ed ecco il risultato pronto per il mio dolce amore.
La ricetta è la solita che adopero, quella di Felder, l'unica differenza è che ho aggiunto agli albumi, prima di montarli, 4-5 gocce di limone ed ho cotto i macarons a 140°C, una temperatura più bassa di quella che utilizzo abitualmente. E, dato che oggi è San Valentino, ho pensato che uno zuccherino a forma di cuore rosa poggiato su ciascun macaron prima di infornarli, si adattasse particolarmente ;-)


Macarons bianchi
Ingredienti:
200 g di farina di mandorle
200 g di zucchero a velo
5 cl di acqua
200 g di zucchero
150 g di albumi

Per la ganache alla fragola:
250 g di cioccolato bianco
200 g di panna
50 g di burro
3 cucchiaini di gelatina di fragole

Zuccherini a forma di cuore per decorare

Frullare bene la farina di mandorle e lo zucchero a velo in un mixer, quindi passarli al setaccio. Nel frattempo preparare lo sciroppo di zucchero. Mescolare l'acqua e lo zucchero in un tegamino dal fondo spesso e riscaldare a fuoco medio. Se è necessario pulire i bordi, utilizzare un pennello bagnato di acqua come si fa per il caramello. Aggiungere 75 g di albumi allo zucchero a velo mescolato con la farina di mandorle, fino ad ottenere un composto abbastanza consistente. Nel frattempo iniziare a montare a neve in una ciotola gli altri 75 g di albumi. Quando lo sciroppo raggiunge i 114°C, montare alla massima velocità gli albumi. Appena il termometro arriva a 118-119°C,versare lo sciroppo di zucchero sul bordo interno della ciotola degli albumi montati e continuare a montarli a media velocità. Terminato di versare lo sciroppo continuare a montarle gli albumi alla massima velocità per un altro paio di minuti. Abbiamo ottenuto una meringa all'italiana.
Iniziare ad incorporare la meringa al composto di farina di mandorle, iniziando da una piccola quantità ed aggiungendone altra solo dopo che la quantità precedente sia stata completamente assorbita. A questo punto aggiungere del cacao per i macarons al cioccolato oppure del colorante per le altre versioni. Ricordarsi che il colore tende a sbiadirsi durante la cottura.
Si otterrà un composto denso, ma non fermissimo come una meringa. Mettere il composto nella sac à poche. Rivestire la teglia con carta da forno e riscaldare il forno a 140°C. Formare delle palline di composto del diametro di 3-4 cm sulla carta da forno distanziandole fra di loro. Man mano che si porranno le successive, le precedenti tenderanno ad appiattirsi un po', ma deve accadere perchè i macarons prendano la loro forma caratteristica. Poggiare uno zuccherino a forma di cuore al centro della metà dei macarons prodotti. Cuocere 10-13 minuti, girando la placca a metà cottura. Durante la cottura i macarons si solleveranno un po', dando origine ad una superficie lucida, ed ad un bordino ruvido. Una volta raffreddati, capovolgerli e con un dito esercitare una leggera pressione nella parte inferiore per potervi porre la farcia.


Per la farcitura, sciogliere il cioccolato a bagnomaria, aggiungere poco alla volta la panna precedentemente riscaldata ed infine il burro. Quando la crema sarà omogenea, aggiungere la gelatina di fragole e mescolare bene. Fare raffreddare completamente, meglio in frigo per 15 minuti, prima di porre la ganache nella sac à poche. Capovologere la metà dei macarons e farcirli, quindi coprire con gli altri macarons esercitando una leggera pressione. Conservare in frigo per massimo 3 giorni.


Ed anche quest'anno auguro un "dolce"San Valentino alla mia dolce metà ^_^

Anna Luisa

martedì 12 febbraio 2013

MTchallenge di Febbraio: The red velvet heart cake


Ci siamo, abbiamo finalmente saputo quale ricetta è stata scelta da Stefania per la sfida dell'MTchallenge di questo mese, e dire che io ne sia entusiasta è dir poco.
Per farvi capire bene quanto mi sia piaciuta questa torta e quanto io sia stata felice della vittoria di Stefania, non basta il fatto che io mi sia catapultata a prepararla e che il secondo, e sottolineo secondo, giorno di sfida io stia già pubblicando la mia torta, ma bisogna che vi mettiate un attimo seduti ed ascoltiate questa storia.


 C'era una volta su un'isola una donna piena di doti: era bella e simpatica, dotata di una grande autoironia e di una spiccata intelligenza, amata dai tanti amici che aveva, dai suoi figli e dal sua adorato marito, Richard.
Questa donna poteva essere paragonata ad una paladina, una Giovanna d'Arco dei giorni nostri (speriamo però che non faccia la stessa fine :-D), infatti portava avanti una crociata non tanto per se stessa ma per quanti come lei ed il suo bambino, se pur tolleranti anche verso persone insopportabili, non lo erano nei confronti di una proteina che si celava in molti alimenti: il glutine.
La nostra eroina aveva intrapreso una crociata per fare capire a tutti che "senza glutine" non è sinonimo di "cibo cattivo", anzi, che non solo esistono molti alimenti naturalmente senza glutine e quindi che possono mangiare tutti, ma che anche alimenti come pasta, pane e torte, che preparati con farine "normali" conterrebbero glutine, con delle semplici accortezze e seguendo le linee guida che lei ci indica, possono essere preparate anche con farine naturalmente prive di glutine ottenendo un risultato non buono, ma buonissimo!
La nostra paladina ormai da anni affrontava le sfide che mensilmente le venivano proposte, cucinando piatti buonissimi, ma senza vincere nulla. Un giorno, quando ormai disperava e diceva a tutti che mai avrebbe vinto, ecco giungere l'inaspettata sorpresa, l'annuncio della sua vittoria. Presa dalla gioia la nostra paladina, ad un tale notizia pensò bene di ritirarsi nei suoi appartamenti sparendo dalla vista di quanti avrebbero voluto conoscere la sua reazione. In realtà la "fanciulla" (ora mi uccide per le virgolette :-D) stava già meditando quale sfida lanciare per il mese successivo ed in men che non si dica sfornò una torta bellissima, tutta rossa, tanto buona da fare soffrire anche la sottoscritta che sta scrivendo questa storia pensando che la sua tortina giace in frigo ma che bisognerà aspettare l'indomani per divorarla...ehm mangiarla a colazione (ma questa è un'altra storia). Dicevo, una torta bellissima, ma soprattutto senza glutine, che pur priva di questa proteina, era buonissima, facilissima da preparare e che si prestava a tante presentazioni. Fu così che una sua amica volle preparare questa torta dedicandola a Stefania...con tutto il cuore ;-)



Red velvet heart cake
(ricetta di Stefania)

160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Easyglut Pedon)
60 gr di fecola (Easyglut Pedon)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena) (amido di mais)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro ( Easyglut Pedon)
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (ma se non lo trovate, fate inacidire per 20 minuti la stessa quantità di latte con un cucchiaio di limone)
1 cucchiaio di colorante rosso (Wilton)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio
Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell'impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 20 cm e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la  carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l'ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.



Cream Cheese Frosting di BUDDY VALASTRO
(con indicazioni di Flavia)


450 gr di formaggio Philadelphia
115 gr di burro non salato ammorbidito a temp/ambiente
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
200 gr zucchero a velo (setacciato)
Mettere il formaggio cremoso e il burro nel contenitore della planetaria e con la frusta a foglia mescolare a velocità media per circa 30 secondi fino a  quando il composto non sarà cremoso.
Con la frusta in movimento versare la vaniglia e lavorare altri 30 secondi. Aggiungere lo zucchero un po' alla volta e mescolare circa un minuto dopo l'ultima aggiunta, fino a quando il composto non sarà bello liscio.
Note mie: Ho preparato il latticello alla maniera di Loren Evans, cioè agiungendo 1 cucchiaio di succo di limone a 60 g di latte ed a 180 g di yogurt bianco. Lasciato riposare 5 minuti era pronto per essere messo nella red velvet cake.
Ho utilizzato degli stampi monoporzione a forma di cuore, quindi i miei strati hanno cotto 15-20 minuti.
Ho fatto riposare la crema un'ora in frigo prima di utilizzarla per darle una consistenza maggiore.
Per i ciuffetti sui cuoricini ho semplicemente colorato la crema con del colorante rosso. Ho infine utilizzato dei cristalli rossi di zucchero per ultimare la decorazione.


Cosa dire? La torta è veramente buona e ciò grazie alla nostra paladina, Stefania ;-)

Anna Luisa
P.S. Dimenticavo,...e vissero tutti felici e contenti...con la pancia piena :-D