E' arrivata la primavera finalmente e non solo sul calendario, ma la avvertiamo anche nell'aria: la temperatura è più mite, gli uccellini cinguettano..etc, etc. Insomma, con questa atmosfera viene voglia di preparare un piatto buono, ma anche allegro, che ricordi con i suoi colori questa bellissima stagione. Così vi presento uno dei miei cavalli di battaglia, uno di quei piatti che parenti ed amici chiedono "..ma quando la rifai?" e casomai ne avanzi una porzione, nessuno si tira indietro se gli si offre di portarla via...
Lasagne zucchine, provola e speck
Ingredienti
3 confezioni di lasagne pronte Rana
5 zucchine
100 g di speck
300 g di provola
olio
parmigiano grattugiato
2 l di latte fresco intero
200 g di farina
200 g di burro
noce moscata
sale
Preparare la besciamella facendo sciogliere il burro in un tegame, aggiungere la farina setacciata poco alla volta ed infine, sempre poco alla volta, il latte caldo. Mescolare finché non bolle, aggiungere il sale e la noce moscata grattugiata.
Tagliare le zucchine a julienne e saltarle in padella con un cucchiaio di olio ed un pizzico di sale, finché non risultino morbide, ma non spappolate. Scolarle e metterle da parte.
Tagliare lo speck a striscioline e la provola a dadini.
Mettere due cucchiaiate di besciamella in una teglia da forno e porvi sopra il primo strato di lasagne, cospargerlo con abbondante besciamella, le striscioline di speck, la julienne di zucchine, i dadini di provola ed una grattugiata di parmigiano. Continuare nello stesso modo fino ad esaurimento degli ingredienti.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 30 minuti. Lasciare assestare prima di servire.
Penso che questo piatto sia anche una buona idea per il primo di Pasqua...
Anna Luisa
mercoledì 31 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
Pasqua si avvicina...la pastiera!!!
Ormai mancano pochi giorni a Pasqua e come prima ricetta non potevo che darvi quella del dolce simbolo della Pasqua napoletana: la pastiera! La ricetta è di mio nonno, il quale, nelle dosi che vi riporto, ne preparava una...enorme! Ma data la sua prole di otto figli, per giunta buone forchette, la sua scelta è più che comprensibile.
Attualmente è usanza regalare le pastiere preparate con le proprie mani, ma non sformandole su un vassoio come si fa solitamente per le torte o le crostate, bensì nel "ruoto" in cui sono state cotte, che andrà anch'esso in dono insieme al dolce.
Oggigiorno è facile reperire nella nostra zona il grano già cotto in barattolo, ma casomai non vi fosse possibile trovarlo, basterà mettere il grano in ammollo la sera precedente e cuocerlo nel latte l'indomani. In realtà, il passaggio di cottura nel latte, ovviamente in tempi ridotti, lo faccio anche per il grano precotto, per dargli più sapore. In alcuni casi ometto i canditi perchè non tutti li amano, compresa la sottoscritta (anche se, detto tra di noi, per la pastiera sono pronta a fare un'eccezione...), mentre è indispensabile la fialetta di fiori d'arancio.
Pastiera
Ingredienti
Pasta frolla
500 g di farina
220 g di zucchero
180 g di burro
70 g di sugna
2 uova
1 tuorlo
Ripieno
500 g di grano spugnato
250 g di latte
1 bicchiere di acqua
500 g di ricotta asciutta
750 g di zucchero
7 uova
100 g di cedro candito a dadini
1 fialetta di fiori d'arancio
zucchero a velo
Preparare la pasta frolla impastando tutti gli ingredienti insieme. Accertarsi che il burro, la sugna e le uova siano freddi di frigo e lavarsi le mani con acqua fredda prima di impastare. Riporre in frigo a raffreddare per almeno 30 minuti.
Nel frattempo preparare il ripieno. Mettere il grano, il latte e l'acqua il un tegame e cuocere finché tutto il liquido non risulti evaporato. Fare raffreddare il grano bene ed aggiungervi la ricotta, lo zucchero, i tuorli delle uova, i canditi e la fialetta di fiori d'arancio. Infine montare a neve gli albumi ed aggiungerli al ripieno.
Ungere la teglia e metterla da parte. Stendere la pasta frolla, tenendone da parte un po' con cui faremo delle strisce. Bucherellare la pasta frolla, versarvi dentro il ripieno e disporvi sopra le strisce incrociate in modo che disegnino i rombi classici della pastiera. Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 45-60 minuti.
Fare raffreddare completamente e spolverizzare di zucchero a velo.
Come vi dicevo, mio nonno otteneva un'unica, enorme pastiera da questa dose, mentre io ne ottengo una media e due piccole.
Anna Luisa
venerdì 26 marzo 2010
Fiori di pesco...che meraviglia!
Se avessi dovuto scegliere una sola pianta da mettere nel nostro giardinetto, non avrei avuto dubbio: il pesco.
Non tanto per le ottime pesche che ci regala verso Luglio, quanto per lo splendido spettacolo che ci offre in questi giorni annunciandoci l'arrivo della primavera. Comincio ad entrare in trepidazione quando inizio a vedere che i boccioli stanno crescendo e si intravede quel bel colore rosato spuntare. Poi c'è l'evento del primo fiore che si apre, seguito da una vera esplosione di tutta la pianta fino a che raggiunge l'apice della fioritura prima che spuntino i nuovi rami e i fiori, ormai impollinati, lasciano cadere i petali per far spuntare il frutto che nascerà. Proprio in questi giorni il nostro pesco sta dando il meglio di sé. Ho quindi deciso di scattare qualche foto per immortalare anche la fioritura di quest'anno. A dare un tocco di allegria e di vivavicità, quest'anno, durante i miei scatti, mi hanno fatto compagnia delle api che saltellavano senza soste da un fiore all'altro. Le ringrazio per la compagnia, per il tocco in più nelle foto, per avermi permesso anche quest'anno di avere le mie belle pesche...e (soprattutto) per non avermi punto!
Qui c'è una piccola selezione (per vederle più grandi, basta cliccarci sopra); se avete piacere di vederne altre, potete andare sul nostro fotoalbum. Le trovare nella categoria "Varie", situata in fondo all'elenco.
Non tanto per le ottime pesche che ci regala verso Luglio, quanto per lo splendido spettacolo che ci offre in questi giorni annunciandoci l'arrivo della primavera. Comincio ad entrare in trepidazione quando inizio a vedere che i boccioli stanno crescendo e si intravede quel bel colore rosato spuntare. Poi c'è l'evento del primo fiore che si apre, seguito da una vera esplosione di tutta la pianta fino a che raggiunge l'apice della fioritura prima che spuntino i nuovi rami e i fiori, ormai impollinati, lasciano cadere i petali per far spuntare il frutto che nascerà. Proprio in questi giorni il nostro pesco sta dando il meglio di sé. Ho quindi deciso di scattare qualche foto per immortalare anche la fioritura di quest'anno. A dare un tocco di allegria e di vivavicità, quest'anno, durante i miei scatti, mi hanno fatto compagnia delle api che saltellavano senza soste da un fiore all'altro. Le ringrazio per la compagnia, per il tocco in più nelle foto, per avermi permesso anche quest'anno di avere le mie belle pesche...e (soprattutto) per non avermi punto!
Qui c'è una piccola selezione (per vederle più grandi, basta cliccarci sopra); se avete piacere di vederne altre, potete andare sul nostro fotoalbum. Le trovare nella categoria "Varie", situata in fondo all'elenco.
Fabio
mercoledì 24 marzo 2010
Sacher...con un sorriso...
Giovedì scorso è stato il compleanno di Fabio e domenica abbiamo festeggiato con un pranzo la sua veneranda età (forse è meglio che non lo dica troppo ad alta voce, considerando che io ho tre mesi più di lui...). Come ogni anno, la decisione più difficile è stata la scelta della torta. Ogni volta mi ricordo, o per meglio dire mi ricorda, che la sua torta preferita è la Sacher ed ogni volta cerco di evitare di prepararla. In realtà la mia storia con la Sacher torte è lunga e tribolata. Provai a farla tanti anni fa, con una ricetta di "Dolci&decorazioni" e venne buonissima, quasi insuperbile, tanto che, come mi fanno notare sia Fabio, sia mio fratello, altro estimatore di questa torta, dopo è stata solo una lenta discesa verso il baratro. Si, perchè, da non crederci, ogni volta che l'ho preparata mi è venuta peggio della precedente! Siamo arrivati al punto che pur di non farla (e considerate che mi diverto un mondo a preparare qualunque dolce), ho preferito ordinarla all' Hotel Sacher e farla arrivare direttamente da Vienna!
Quest'anno invece ho deciso: vuole la Sacher...e Sacher sia!
Ho ripreso la ricetta di "Dolci&decorazioni" e mi sono messa all'opera...risultato?...Alta, lievitata, ma compatta al punto giusto e la glassa...lucida, liscia...bellissima...una soddisfazione!
Fabio prende la sua torta e mi dice che va nell'altra stanza per fotografarla. Tempo cinque minuti e torna da me dicendo "Perdono!". Penso che stia scherzando, ma lui prosegue dicendo:" mi è caduto l'obiettivo sulla torta..." NOOOOO "...ma avevo già fatto le foto però..." E come faccio a presentarla agli ospiti...troppo tardi per rifarla e così raccontando l'accaduto l'ho presentata con un segno sopra che ricordava un sorriso e così l'ho chiamata...la Sacher con il sorriso!
Torta Sacher (da Dolci&decorazioni)
Ingredienti per 6 persone:
150 g di burro
130 g di zucchero
6 uova
160 g di cioccolato fondente
150 g di farina
100 g di confettura di albicocche
Per la copertura
60 g di zucchero a velo
1 noce di burro
2-3 cucchiai di latte
150 g di cioccolato fondente
1 tortiera da 24 centimetri di diametro
Fare ammorbidire il burro a temperatura ambiente, quindi imburrare e infarinare la tortiera. In una terrina lavorare il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso. Separare gli albumi dai tuorli e aggiungere questi ultimi, uno alla volta, al composto di zucchero e burro.
Spezzettare il cioccolato, metterlo in un tegamino e farlo sciogliere a bagnomaria a fuoco dolcissimo; toglierlo dal fuoco, lasciarlo intiepidire e incorporarlo al composto precedentemente preparato. Montare a neve gli albumi, incorporarvi molto delicatamente la farina setacciata; unirli al composto di cioccolato mescolando delicatamente con una spatola di legno. Versare l'impasto nella tortiera imburrata ed infarinata, porla in forno preriscaldato a 180°C e fare cuocere la torta per 40 minuti circa; toglierla quindi dal forno, farla riposare qualche minuto, sformarla e farla raffreddare completamente. Tagliarla orizzontalmente in 2 strati.
Scaldare la confettura di albicocche in un tegamino, facendola ammorbidire, e farcire il primo strato di torta in modo uniforme; sovrapporre il secondo strato e spennellare di confettura anche la superficie di esso.
Preparare la copertura. Spezzettare il cioccolato, tenerne da parte un pezzettino e mettere il resto in un tegamino con il burro, il latte e lo zucchero a velo; fare sciogliere a fuoco dolce mescolando continuamente con dolcezza.
Versare sulla torta il cioccolato fuso, stendendo uniformemente con una spatola anche sui bordi e fare raffreddare completamente il dolce.
In un tegamino fare sciogliere a bagnomaria il cioccolato rimasto. Con un foglio di carta vegetale creare un piccolo imbuto, riempirlo con il cioccolato fuso e disegnare sulla superficie del dolce il nome della famosa pasticceria viennese che ha dato il nome alla torta ed altri decorazioni a piacere.
Note mie: dato che la mia tortiera misura 28 cm di diametro, ho aumentato tutte le dosi di 1/3, tranne le uova che erano 7.
Ho aggiunto una bustina di lievito per dolci.
Ho utilizzato la gelatina di albicocca riscaldata al microonde.
Ho capovolto la torta quando era quasi del tutto fredda, in modo da avere la parte dritta sopra.
Dato che lo strato di glassa ci piace abbastanza spesso, dopo averlo aumentato di 1/3, fuso e colata, l'ho fatta asciugare e ne ho versato un altro strato sulla torta. Per farlo stendere bene l'ho spatolata finché la spatola non ha iniziato a lasciare il segno, a questo punto ho sbattuto la torta sul tavolo per fare assestare la copertura.
P.S. Per la cronaca, a detta di Fabio era perfetta (cosa non avrebbe detto pur di farsi perdonare...) e mio fratello l'ha definita "decisamente in controtendenza rispetto alla mia discesa"...che tradotto significa che era veramente buona!!!
Anna Luisa
lunedì 22 marzo 2010
La Pasqua è vicina....minisfoglie Pasqualine
Ormai mancano solo due settimane a Pasqua, quindi bisogna cominciare a pensare al menu. Un classico pasquale, di origine genovese, ma ormai conosciuta in tutta la penisola, è la torta Pasqualina. La ricetta originale prevederebbe che l'involucro esterno sia costituito da una serie di sfoglie, per la precisione 33 che corrisponde agli anni di Gesù Cristo. Purtroppo non tutti abbiamo il tempo e la pazienza di preparare questa sfoglia; non me ne vogliano le genovesi, ma solitamente i rotoli di pasta sfoglia già pronti mi facilitano molto la vita...
Per quanto riguarda l'interno, è costituito da un impasto di ricotta e spinaci, in cui vengono sgusciate delle uova intere che nella cottura diventano sode.
La torta Pasqualina è presentata normalmente nella versione grande, ma oggi voglio proporvi delle miniature che potrete servire intere ai singoli ospiti, oppure tagliarle in quattro fette e servirle come componenti di un antipasto misto.
Minisfoglie Pasqualine
Ingredienti (per 6 minisfoglie)
3 rotoli di pasta sfoglia fresca
300 g di ricotta di pecora
100 g di spinaci surgelati
8 uova
50 g di parmigiano grattugiato
pane grattugiato
sale
Lessare gli spinaci, strizzarli bene e tritarli. Preparare il ripieno unendo alla ricotta gli spinaci, il parmigiano, il sale ed un uovo. Mescolare bene e riporre in frigorifero. Usare una ciotola che abbia il diametro di circa 2 cm più grande rispetto ai nostri stampini da tartellette come misura per tagliare sei dischi di pasta sfoglia. Usare uno stampo da tertellette per tagliare altri sei dischi che saranno i coperchi. Rivestire gli stampini con dei quadrati di carta da forno e porvi i dischi di pasta sfoglia di misura maggiore. Bucherellare i dischi con una forchetta, cospargere di pangrattato e mettervi il ripieno di ricotta e spinaci. Con il dorso di un cucchiaio formare una fossetta abbastanza grande al centro del ripieno e sgusciarvi un uovo all'interno. Ricoprire con i dischi di sfoglia più piccoli, sigillare i bordi, bucherellare con una forchetta e spennellare con un uovo sbattuto. Cuocere a 200°C per 30-35 minuti. Servire interi tiepidi o freddi, oppure fare raffreddare completamente prima di tagliarle a fette.
Buon appetito!
Anna Luisa
venerdì 19 marzo 2010
Che San Giuseppe sarebbe senza zeppole?!?!?
Ebbene, certo è che questi fantastici dolcini ormai si trovano nelle pasticcerie durante tutto l'anno, ma il giorno di San Giuseppe non sarebbe tale senza le zeppole e di certo noi non potevamo esimerci dal prepararle!
Ormai gli studiosi hanno rinunciato a capire a quando risalga la nascita delle zeppole di San Giuseppe, probabilmente al 1800, ma forse anche prima. L'unica certezza è che il primo a venderle all'esterno della propria pasticceria, fu Pintauro, noto anche per essere l'inventore della sfogliatella. Comunque sia, indipendentemente da chi sia stato l'inventore delle zeppole di San Giuseppe e da chi ne ha fatto derivare altre tradizioni, tipo il venderle sulle caratteristiche bancarelle, questo dolce è buonissimo nella sua semplicità. Si tratta infatti di una ciambella di pasta bignè su cui viene poggiato un ciuffo di crema pasticcera ed il tutto viene sormontato da una o più amarene (vi prego non confettura di amarene perchè ci si resta troppo male nel mordere la zeppola e non trovarsi le amarene sotto i denti!). Vi confesso che non ci eravamo mai cimentati nella preparazione delle zeppole, ma questa volta abbiamo ceduto alla tentazione ed armati di tutti i testi che ne parlavano, abbiamo tratto questa ricetta.
Zeppole di San Giuseppe
Ingredienti
250 g di farina
250 g di acqua
125 g di burro
20 g di zucchero
5 g di sale
5 uova
Olio di oliva o strutto
Crema pasticcera
Amarene
Zucchero a velo
Mettere l'acqua in una pentola capiente e portarla ad ebollizione. Aggiungere lo zucchero, il sale ed il burro in pezzi e mescolare finché sia totalmente sciolto. Aggiungere quindi la farina in una sola volta e mescolare prima con la frusta e poi con un cucchiaio di legno, sempre sul fuoco, finché il composto si stacchi dai bordi della pentola. Versare su di un piatto e fare raffreddare fino a fare diventare il composto tiepido. Travasare in una ciotola ed aggiungere un uovo alla volta, senza aggiungere il successivo prima che il precedente sia stato completamente assorbito. Mettere l'impasto in una sacca da pasticcere munita di bocchetta a stella di 6 mm di diametro. Tagliare un foglio di carta da forno in quadrati e formarvi sopra delle ciambelle di composto. Riscaldare l'olio o lo strutto a 170°C ed immergervi le zeppole sottosopra (con la carta nella parte superiore). Il foglio di carta da forno si staccherà quasi subito e potrà essere eliminato. Mantenere le zeppole immerse, senza girarle, per 3 o 4 minuti, fino a doratura. Scolare le zeppole su carta assorbente e fare raffreddare.
Nel frattempo preparare la crema pasticcera
Crema pasticcera di Montersino
Ingredienti
800 g di latte intero fresco
200 g di panna
300 g di tuorli (4 tuorli)
300 g di zucchero semolato
40 g di amido di mais
35 g di amido di riso
1 baccello di vaniglia Bourbon
Portare a bollore il latte con la panna e i semi di vaniglia estratti dal baccello.
Nel frattempo montare in planetaria con la frusta i tuorli e lo zucchero fino a ottenere una consistenza spumosa, poi incorporare gli amidi sempre montando. Versate il composto sopra il latte in ebollizione e aspettate che si formino i "vulcani" causati dal latte bollente, amalgamare bene il tutto con la frusta. Togliere dal fuoco e stendere la crema in una teglia, copritela con la pellicola trasparente a contatto della crema stessa e riponete in frigo per 3-4 giorni al massimo.
Metter la crema in una tasca da pasticcere con foro a stella e formare un ciuffo sulle zeppole. Spolverizzare il
tutto di zucchero a velo e porvi sopra un'amarena sgocciolata dal suo sciroppo.
Vi confesso che ho provato a preparare la pasta per le zeppole con il Bimby, ma dato la particolare idiosincrasia che ho nei suoi confronti, il risultato è stato alquanto deludente per non dire disastroso, per cui mi sono armata di pazienza e le ho preparate alla vecchia maniera...con olio di gomito...
Anna Luisa
Ormai gli studiosi hanno rinunciato a capire a quando risalga la nascita delle zeppole di San Giuseppe, probabilmente al 1800, ma forse anche prima. L'unica certezza è che il primo a venderle all'esterno della propria pasticceria, fu Pintauro, noto anche per essere l'inventore della sfogliatella. Comunque sia, indipendentemente da chi sia stato l'inventore delle zeppole di San Giuseppe e da chi ne ha fatto derivare altre tradizioni, tipo il venderle sulle caratteristiche bancarelle, questo dolce è buonissimo nella sua semplicità. Si tratta infatti di una ciambella di pasta bignè su cui viene poggiato un ciuffo di crema pasticcera ed il tutto viene sormontato da una o più amarene (vi prego non confettura di amarene perchè ci si resta troppo male nel mordere la zeppola e non trovarsi le amarene sotto i denti!). Vi confesso che non ci eravamo mai cimentati nella preparazione delle zeppole, ma questa volta abbiamo ceduto alla tentazione ed armati di tutti i testi che ne parlavano, abbiamo tratto questa ricetta.
Zeppole di San Giuseppe
Ingredienti
250 g di farina
250 g di acqua
125 g di burro
20 g di zucchero
5 g di sale
5 uova
Olio di oliva o strutto
Crema pasticcera
Amarene
Zucchero a velo
Mettere l'acqua in una pentola capiente e portarla ad ebollizione. Aggiungere lo zucchero, il sale ed il burro in pezzi e mescolare finché sia totalmente sciolto. Aggiungere quindi la farina in una sola volta e mescolare prima con la frusta e poi con un cucchiaio di legno, sempre sul fuoco, finché il composto si stacchi dai bordi della pentola. Versare su di un piatto e fare raffreddare fino a fare diventare il composto tiepido. Travasare in una ciotola ed aggiungere un uovo alla volta, senza aggiungere il successivo prima che il precedente sia stato completamente assorbito. Mettere l'impasto in una sacca da pasticcere munita di bocchetta a stella di 6 mm di diametro. Tagliare un foglio di carta da forno in quadrati e formarvi sopra delle ciambelle di composto. Riscaldare l'olio o lo strutto a 170°C ed immergervi le zeppole sottosopra (con la carta nella parte superiore). Il foglio di carta da forno si staccherà quasi subito e potrà essere eliminato. Mantenere le zeppole immerse, senza girarle, per 3 o 4 minuti, fino a doratura. Scolare le zeppole su carta assorbente e fare raffreddare.
Nel frattempo preparare la crema pasticcera
Crema pasticcera di Montersino
Ingredienti
800 g di latte intero fresco
200 g di panna
300 g di tuorli (4 tuorli)
300 g di zucchero semolato
40 g di amido di mais
35 g di amido di riso
1 baccello di vaniglia Bourbon
Portare a bollore il latte con la panna e i semi di vaniglia estratti dal baccello.
Nel frattempo montare in planetaria con la frusta i tuorli e lo zucchero fino a ottenere una consistenza spumosa, poi incorporare gli amidi sempre montando. Versate il composto sopra il latte in ebollizione e aspettate che si formino i "vulcani" causati dal latte bollente, amalgamare bene il tutto con la frusta. Togliere dal fuoco e stendere la crema in una teglia, copritela con la pellicola trasparente a contatto della crema stessa e riponete in frigo per 3-4 giorni al massimo.
Metter la crema in una tasca da pasticcere con foro a stella e formare un ciuffo sulle zeppole. Spolverizzare il
tutto di zucchero a velo e porvi sopra un'amarena sgocciolata dal suo sciroppo.
Vi confesso che ho provato a preparare la pasta per le zeppole con il Bimby, ma dato la particolare idiosincrasia che ho nei suoi confronti, il risultato è stato alquanto deludente per non dire disastroso, per cui mi sono armata di pazienza e le ho preparate alla vecchia maniera...con olio di gomito...
Anna Luisa
giovedì 18 marzo 2010
Le 99 colombe spiccano il volo
Siamo felici di partecipare a quest'iniziativa di solidarietà organizzata da Artemisia e Lydia, che ringraziamo tanto. Il terremoto in Abruzzo ha colpito la sensibilità di molte persone, ma noi che da bambini, ma abbastanza grandi da ricordare bene, abbiamo vissuto il terremoto del 1980 in Irpinia, sappiamo bene cosa si prova a dover vivere in strada, a sobbalzare ad ogni minimo movimento che può essere una nuova devastante scossa di terremoto, ad avere la paura di perdere tutto: casa, affetti, quello che da sempre è stato il luogo di lavoro... Per questo aderiamo a quest'iniziativa che vede uniti tanti foodbloggers per questa nobile causa. Quella delle sorelle Nurzia è un'industria di prodotti dolciari che è stata messa a dura prova dal terremoto. Vogliamo dare loro una mano nel nostro piccolo ed il 6 aprile pubblicheremo una ricetta che abbia almeno un loro prodotto tra gli ingredenti. Abbiamo ricevuto proprio oggi il pacco con le varie golosità ordinate ed ora...all'opera!!!
Se volete aiutare questa azienda, potete vedere il listino dei prodotti qui:
http://99colombe.blogspot.com/2010/03/e-arrivato-un-listino-prodotti.html
I costi di spedizione sono irrisori (5 Euro) e se si superano i 150 Euro la spedizione è gratuita. Quindi... ;-)
Anna Luisa e Fabio
Cara Artemisia, cari amici ,
scrivo da L'Aquila e precisamente da dentro una casina di legno antisismica che è diventata la mia nuova dimora lavorativa dopo il terremoto. Il mio nome è Mara Marinangeli, mi occupo di Progetti Speciali, di strategie , di nuovi modi di inventare un modo di proporre il marchio Sorelle Nurzia che è l'azienda per la quale lavoro......non saprei dire onestamente che lavoro faccio da dopo il 6 aprile 2009 se non che invento ogni giorno la mia vita e quella di chi accanto a me ha deciso di non fermarsi e di far prevalere l'ottimismo innanzitutto.
Sarebbe illogico e falso se dicessi che va tutto bene ma la giusta ottica è quella che mi spinge a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e l'entusiasmo nel vivere la mia vita e nel cogliere le opportunità che questa tragedia ci ha messo davanti . Se si vuole vedere il nero qui ce n'è da ogni dove. Basta attraversare la strada davanti la fabbrica e ti trovi dentro Onna, dentro un paese fantasma dove i pullman di tutto il mondo vengono facendo tappa prima di arrivare a Pompei...più o meno i viaggi della tragedia ormai li dirottano tutti qui. Vai dentro un paese raso a suolo , ti accori, ti giri intorno e poi guardi le nuove casine della ricostruzione dove le persone sembrano statuine in un presepe finto , dove sembra che la normalità abbia ripreso il suo posto ma dove mancano all'appello due generazioni: quella dei ragazzi e quella dei bambini del paese.
Questo è quello che vedi dentro Onna ma che a specchio trovi in ogni paese che circonda L'Aquila. La mia città senza più il suo cuore pulsante, i suoi portici pieni di vita, le sue 99 chiese, 99 piazze, 99 fontane....senza la casa dove vivevo con la mia famiglia , le mie due bambine e mio marito. Casina antisismica di legno anche per la mia vita familiare. Molto poco in piedi di tutto ciò che ci aveva lasciato il passato ma tanta energia giovane è rimasta ad osservare ed a progettare il modo e tempo giusto e propizio per rialzarsi. Tra queste persone ci sono io con tutti i miei colleghi di Sorelle Nurzia che dall'11 maggio, appena sono tornati a riaccendersi i forni della fabbrica non abbiamo perso tempo siamo tornati a lavorare con una grinta incredibile. Il terremoto ci ha sorpresi in modo vigliacco, di notte, sorprendendoci nel sonno. Ci ha tolto tanto in 20 secondi dopo i quali abbiamo dovuto riorganizzare completamente le nostre vite ma abbiamo capito da subito che il lavoro ci avrebbe ridato la dignità e l'energia per non spegnerci dentro tanto dolore da cui eravamo circondati. La vita nelle tendopoli è stata un'esperienza di grande crescita. La condivisione degli spazi con persone sconosciute, la mensa con altre 250 persone con cui si pregava prima di mangiare, la scuola dei bambini conquistata con grande fatica pur di non permettere che vivessero come senzatetto lasciati senza una guida o un punto di riferimento di un'insegnante. Fare la fila per poter fare una lavatrice, non avere una parrucchiera per mesi. A ripensarci mi vengono i brividi ma sento che siamo stati eroici. Sorelle Nurzia ha fornito dentro le tendopoli le colazioni per tanti sfollati, io andavo a contare i cartoni nelle tende-mensa per fare un minimo di inventario ed aiutare la Protezione Civile, la Croce Rossa o le Misericordie che gestivano i campi a fare i rifornimenti ed agevolarli negli scarichi dei prodotti . Chiudono le tendopoli e arriva il Natale folgorante del 2009 con la solidarietà di tutto il mondo che ci ha cercati e sostenuti acquistando i nostri torroni e panettoni. Ma il momento più temuto non si è fatto attendere ed è stato gennaio dove è arrivato lo stop fisiologico nel quale l'azienda ha avuto un calo di commesse. Non esistendo più il mercato locale del centro storico si sono fermate automaticamente le vendite dei nostri favolosi biscotti che fornivamo nelle enoteche, nei bar, nei negozi specializzati, negli alimentari o nei centri commerciali. Non ho paura ma mi rendo conto che senza L'Aquila ho bisogno di trovare un indotto commerciale fuori questo territorio dolorante dove la ripresa sarà lenta e faticosa. Quindi internet che mi permette ogni giorno di conoscere tante persone tra le quali i foodblogger , un gruppo di originali appassionati del mondo del cibo. Ho 41 anni ed ho sempre lavorato nel marketing, guidata da studi accademici che mi facevano camminare quasi su un territorio tracciato da altri. Dopo il 6 aprile mi sento un'esploratrice, una pioniera che cerca, curiosa, osserva luoghi e mosse come se fossi la prima a scendere su un'isola deserta. Ripartire , o meglio risorgere dopo un sisma catastrofico dove non hai più neanche un punto di riferimento in piedi è davvero difficile ma allo stesso modo affascinante. Quando hai bisogno di ago e filo e sei costretto a chiederlo a qualcuno che te lo deve portare da Roma il giorno seguente capisci che devi ripartire da zero e se sei coraggioso fai finta di niente e riparti altrimenti fai le valige e decidi di tornare dopo un paio di anni quando qualcuno al posto tuo avrà provato a riattaccare i pezzi di un puzzle.
Noi abbiamo deciso di rimanere non senza vivere momenti di grande sconforto ma Sorelle Nurzia è stata la nostra ancora, un transatlantico che è uscito fuori rotta , ha imbarcato un pò d'acqua ma poi grazie a chi stava al timone ha ripreso la via, cercando di non guardarsi mai alle spalle e sostenendo chi aveva momenti di cedimento. Ora siamo migliori di prima, sicuramente persone diverse ed orgogliosi di non aver mai abbandonato la nave. Anzi....
Nuova vita...nuovi modi di lavorare e produrre. Lavorare sulla destagionalizzazione di Sorelle Nurzia è stato il mio primo pensiero , uscire dal binomio Sorelle Nurzia uguale torroni uguale Natale ma piuttosto Sorelle Nurzia ......tentazioni tutto l'anno.
Ho letto , non so dove, che quando ci sono grandi avvenimenti catastrofici , situazioni negative che cambiano la vita, di contro ci sono nuove risorse che lo spirito di sopravvivenza ti spinge a tirare fuori . Forse è propri dietro questa filosofia che è uscita la nuova linea di Sorelle Nurzia che propone la Pasqua con colombe, pizze di Pasqua prodotte con patate locali e lievitate 2 giorni, uova di cioccolato realizzate con il nostro cioccolato del torrone e ovetti confettati, praline di ogni tipo, amaretti, cantucci al pistacchio e tanti tanti altri prodotti da forno.
Vi invito quindi a visitare il nostro sito http://www.sorellenurzia.it/ , anzi , mi piacerebbe invitarvi in fabbrica qui da noi per conoscerci e visitare un pezzettino dell'Aquila produttivo e pieno di vita!!!
Se poi siete interessati a qualche prodotto o alla nostra linea di biscotteria potete contattarmi , sarò lieta di darvi ogni consiglio o chiarimento.
Vi abbraccio
Mara
(Dr.ssa Mara Marinangeli Resp. Progetti Speciali Sorelle Nurzia L’Aquila mara.sorellenurzia@gmail.com)
mercoledì 17 marzo 2010
Cenetta leggera, ma saporita
Crema di cavolfiore e gamberetti
Ingredienti
1 cavolfiore
100 ml di latte
300 g di acqua
1 patata media
250 g di gamberetti sgusciati
un bicchierino di brandy
olio
sale
pepe
Tagliare a pezzetti il cavolfiore e lavarlo. Pelare la patata e lavarla. Mettere a soffriggere con 2 cucchiai di olio le cimette di cavolfiore e la patata, aggiungere l'acqua ed il latte e cuocere finché iniziano a rompersi. Salare e frullare il tutto con il frullatore ad immersione.
A parte, saltare in padella i gamberetti con 1 cucchiaio di olio, sfumarli con un goccio di brandy ed aggiungerli alla crema di cavolfiore.
Servire la crema di cavolfiore e gamberetti con un filo d'olio ed una spolverata di pepe. Accompagnare con dei crostini o dei crackers salati.
Volendo, si può sostiture il latte con la panna, ma la cenetta poi non sarebbe stata più tanto leggera...
Anna Luisa
lunedì 15 marzo 2010
Dolcetti...con i fiocchi!
Un paio di settimane fa è stato il secondo compleanno di Roberta, la mia nipotina più piccola. Alla zia, che è anche madrina della piccolina, è stata chiesto di preparare la torta di compleanno, ma ovviamente per me è stato un invito a nozze e mi sono sbizzarrita preparando, oltre alla torta a cui ho dato la forma di una faccia di scimmia (causa preferenze televisive della festeggiata), tanti dolcini. Alcuni ve li ho già presentati qui , e non vi dico la soddisfazione nel vedere la mia nipotina mangiare i macarons, mentre altri ve li presento ora. Ho pensato di preparare dei quadrotti dolci con il mio nuovissimo stampo quadrato, che in realtà è un anello, ma un anello quadrato...no, non mi...quadra...ok, meglio che continui con la ricetta. Dicevo, ho preparato questi quadrotti con due quadrati di pasta biscotto (di Montersino, ma l'avrete già immaginato ;-)), tra cui ho messo uno strato di crema pasticcera ricoperta da confettura di prugne alla vaniglia home made ed il tutto ricoperto di glassa reale, ma...mancava qualcosa, così ho preparato del marshmallow fondant, l'ho tirato con la macchinetta della pasta, fatto delle tagliatelle e poi ho ricavato dei fiocchetti da appoggiare sui quadrotti che si sono così trasformati in pacchetti regalo!
Biscotto classico di riso
Ingredienti
160 g di tuorli
160 g di farina di riso
40 g di amido di riso
240 g di albumi
200 g di zucchero semolato
Montate gli albumi con l'amido e lo zucchero semolato; incorporare a filo i tuorli leggermente sbattuti ed infine la farina di riso, mescolando dal basso verso l'alto. Stendete il composto su un foglio di carta da forno e cuocete in forno a 240°C con valvola chiusa.
Crema pasticcera di Montersino
Ingredienti
800 g di latte intero fresco
200 g di panna
300 g di tuorli (4 tuorli)
300 g di zucchero semolato
40 g di amido di mais
35 g di amido di riso
1 baccello di vaniglia Bourbon
Portare a bollore il latte con la panna e i semi di vaniglia estratti dal baccello.
Nel frattempo montare in planetaria con la frusta i tuorli e lo zucchero fino a ottenere una consistenza spumosa, poi incorporare gli amidi sempre montando. Versate il composto sopra il latte in ebollizione e aspettate che si formino i "vulcani" causati dal latte bollente, amalgamare bene il tutto con la frusta. Togliere dal fuoco e stendere la crema in una teglia, copritela con la pellicola trasparente a contatto della crema stessa e riponete in frigo per 3-4 giorni al massimo.
Note mie: ho preparato metà dose di crema ed ho montato i tuorli con la frusta elettrica.
Glassa reale
Ingredienti
300 g di zucchero a velo
50 g di albumi
Sbattere gli albumi con lo zucchero a velo, fino ad ottenere un impasto asciutto. Conservare in una ciotola chiusa fino al momento di utilizzarla. Se si fosse indurita troppo, per stenderla, riscaldarla qualche secondo al microonde.
Marshmallow fondant (di Cookaround)
150 g di Marshmallow
330 g di zucchero a velo
Prendete i Marshmallow (li ho trovati rosa), poneteli in un recipienti, aggiungete 3/4 cucchiai di acqua e fate sciogliere a bagnomaria. Aggiungete metà dello zucchero a velo e mescolate fuori dal fuoco. Mettete il restante zucchero a velo sul piano di lavoro ed impastate con i marshmallow sciolti. Impastate fino a che non uscirà una "pasta" morbida ma ben lavorabile. Mettete in una pellicola trasparente e lasciate riposare per 24 ore (almeno 12 ore). Stendere un po' d'impasto con la macchinetta per la pasta fermandovi allo spessore n°3 e tagliare delle tagliatelle, con la quali formerete dei fiocchetti.
Poggiare il quadrato sulla pasta biscotto cotta e ritagliare due quadrati. Poggiare il quadrato sul vassoio e mettervi un primo strato di pasta biscotto. Inzuppare di acqua e zucchero, stendere la crema pasticcera e porre in congelatore. Nel frattempo mettere in ammollo in acqua fredda 2 fogli di gelatina e riscaldare la confettura di prugne e vaniglia. Sciogliere i fogli di gelatina nella confettura e versare il tutto sulla crema, a distanza ravvicinata per evitare che versando troppo dall'alto si formino dei buchi nella crema. Porre nuovamente in congelatore. Dopo circa 15 minuti porre sopra il secondo quadrato di pasta biscotto ed inzupparlo di acqua e zucchero. Versarvi sopra la grassa reale e mettere i congelatore per 10 minuti. Prendere la torta, togliere il quadrato e...passare il matterello sopra la glassa (questa è stata una mia idea per renderla uniforme ed è venuta benissimo!). Con un coltello (ho usato quello da prosciutto), rifilare i bordi e tagliare il quadrato in tanti quadretti. Porvi sopra i fiocchetti e servire.
Anna Luisa
venerdì 12 marzo 2010
Funghi, funghi, funghi...
Purtroppo in questi giorni, mio malgrado, non sono riuscita a cucinare NULLA!!! Purtroppo, di tanto in tanto la casa necessita di una rinfrescata e capirete che avere un pittore in cucina e dover poi ripulire TUTTO (!) richiede molto tempo, per cui...niente cucina! Ora finalmente ho riavuto il mio "regno" e piano piano ricomincerò a preparare i piatti che più mi piacciono. Nel frattempo, per non lasciarvi "a bocca asciutta" (?!?!?), vi posto una ricettina di un primo che ho preparato tempo fa per una cena con amici. La cena era tutta a base di funghi, a partire dall'antipasto, fino al dolce, che ovviamente del fungo aveva solo la forma...Uno dei piatti che mi è piaciuto di più, è stato il primo: ravioli di patate ai funghi, una ricetta trovata su Sale&pepe.
Ravioli di patate ai funghi (da Sale&pepe)
Ingredienti:
600 g di patate a pasta bianca
260 g di farina
2 uova
500 g di funghi misti
1 spicchio d’aglio
150 g di ricotta romana
60 g di parmigiano
40 g di burro
prezzemolo
noce moscata
sale
Lessare le patate per 40 minuti. Intanto pulite i funghi e tenetene da parte 300 g e tritate gli altri; sbucciate l’aglio, tritatelo, fatelo soffriggere in una padella antiaderente con 10 g di burro, unite i funghi tritati, una presa di sale e un cucchiaio di prezzemolo tritato; cuocete per 5 minuti, mescolando, poi togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Scolate le patate, sbucciatele, schiacciatele e impastatele con 250 g di farina, le uova e una presa di sale. Stendete l’impasto sul piano di lavoro infarinato in una sfoglia dello spessore di mezzo centimetro, lasciate intiepidire, poi, con uno stampino, ricavate dei dischi di 5-6 cm di diametro. Mescolate la ricotta con il parmigiano e i funghi freddi e la noce moscata, suddividete il composto sui dischi di pasta, piegateli a mezzaluna e sigillateli premendo bene i bordi. Affettate i funghi rimasti e saltateli in padella con il resto dl burro e una presa di sale. Lessate i ravioli, scolateli quando salgono in superficie e conditeli con il sugo di funghi.
Se vi piacciono i funghi...amerete anche questo piatto...
Anna Luisa
mercoledì 10 marzo 2010
Avanzi colorati...
Facendo i macarons mi sono avanzate le tre farce, ma erano così belle, colorate e soprattutto buone, che certamente non avrei potuto gettarle via! Così ho preso degli altri avanzi che avevo, cioè della pasta biscotto al cioccolato, di cui trovate la ricetta qui e della pasta biscotto bianca...ed ho improvvisato...ne sono ussciti fuori dei simpatici spuntini...
Lo dico sempre io che le migliori idee sono quelle che vengono all'improvviso...
La ricetta della pasta biscotto..."ovviamente" è di Montersino...
Biscotto classico di riso
Ingredienti
160 g di tuorli
160 g di farina di riso
40 g di amido di riso
240 g di albumi
200 g di zucchero semolato
Montare gli albumi con l'amido e o zucchero semolato; incorporare a filo i tuorli leggermente sbattuti ed infine la farina di riso, mescolando dal basso verso l'alto. Stendete il composto su un foglio di carta da forno e cuocete in forno a 240°C con valvola chiusa.
In realtà la pasta biscotto bianca mi era servita per un'altra cosina...ma questa è un'altra storia...
Anna Luisa
Voglio approfittare di questo "colorato" post per ringraziare alcuni amici ed amiche. Da quando abbiamo iniziato questa nostra avventura con il nostro blog che ci da tante soddisfazioni, la cosa più bella che abbiamo scoperto è stata la possibilità di conoscere tante persone che, come noi, vogliono raccontare un po' di loro stesse e della loro vita quotidiana agli altri, per renderli partecipi di gioie ed alle volte anche di dispiaceri. Di molti di loro siamo diventati amici ed assidui frequentatori dei loro blog, pur non conoscendoli di persona, ma stimandoli e nutrendo un sincero affetto nei loro confronti. Da alcuni di loro abbiamo ricevuto dei premi, ma non essendo ancora del tutto pratici della blogosfera, non abbiamo capito subito come ci dovevamo comportare. Oggi abbiamo deciso di dedicare questo post ai premi ricevuti, per i quali ringraziamo di cuore!!!
Il primo premio ricevuto è stato da Alessandra di con amore per amore, un'amica del forum di Cucina Italiana, che spero presto di conoscere anche di persona.
Il secondo premio ci è stato dato da Alessà di cuoca a tempo perso, anche lei conosciuta sul suddetto forum successivamente incontrata di persona due volte. Una persona solare, divertente, con cui siamo felici di condividere la nostra passione culinaria.
Il terzo premio ci è stato donato da Luna d'argento de il paradiso in cucina. Non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscerla di persona, ma ci siamo subito resi conto che è una persona veramente speciale e siamo felici di annoverarla tra i nostri amici.
Il quarto premio ci è stato donato da Max de il blog di Max, un nuovo amico della blogosfera, con cui speriamo di condividere sempre nuovi e bei momenti.
Il quinto ed ultimo premo, ma solo in senso cronologico, ci è stato donato da rossa irlandese, una neoconoscenza virtuale, che ci è stata simpatica da subito.
Grazie a tutti voi!!!
Anna Luisa e Fabio
lunedì 8 marzo 2010
Madames et monsieurs...les macarons!
Ormai li sogno anche la notte, sono quei tormentoni che di tanto in tanto sembra che ovunque vai ne senti parlare o vedi le foto, sui forum, nei blog, anche sulle riviste di viaggi che consigliano un passaggio da pasticceria pluristellate per provare questi dolcetti in cui la fantasia può sbizzarrirsi tra mille colori ed altrettanti sapori, facendo tutto ciò che passa per la mente. L'unico particolare non poco trascurabile è il costo. L'anno scorso ho acquistato una scatoletta di queste delizie a Londra, pagandole la bellezza di 1 sterlina l'uno! Ed allora perchè non provare a prepararli? In realtà già per il primo compleanno della mia nipotina ho provato a prepararli in versione doppio cioccolato e successivamente li ho nuovamente preparti in gusti diversi, ma in entrambe le occasioni i risultati non mi soddisfacevano del tutto in quanto tendevano a fare delle crepe.
1) Setacciare lo zucchero e le mandorle dopo averle frullate.
2) Utilizzare zucchero a velo industriale perchè contiene piccole quantità di amido.
3) Preferire i coloranti in polvere a quelli liquidi e pesare con precisione gli albumi.
4) La meringa deve essere quella italiana, perchè la francese dà una meringa troppo soda, mentre nel caso dei macarons una volta posta sulla teglia, deve un po' "sedersi", per poi crescere in cottura, ma senza la punta della meringa.
5) Cuocere in forno ventilato e rigirare la teglia a metà cottura.
6) Farcirli almeno 24 ore prima di servirli e conservarli in frigo. Volendo prepararli prima, si possono conservare non farciti in una scatola di latta per poi farcirli il giorno prima di servirli.
7) Una volta raffreddati, capovolgerli e con una leggera pressione del dito nella parte interna, formare una fossetta per la farcia.
8) Sbizzarrirsi con la fantasia!
Ed eccovi la ricetta...
Macarons (ricetta di Sandra)
Ingredienti:
200 g di farina di mandorle
200 g di zucchero a velo
5 cl di acqua
200 g di zucchero
150 g di albumi
Per la ganache di farcitura al cioccolato fondente:
Ingredienti:
250 g di cioccolato fondente
200 ml di panna
50 d di burro
Iniziare ad incorporare la meringa al composto di farina di mandorle, iniziando da una piccola quantità ed aggiungendone altra solo dopo che la quantità precedente sia stata completamente assorbita. A questo punto aggiungere del cacao per i macarons al cioccolato oppure del colorante per le altre versioni. Ricordarsi che il colore tende a sbiadirsi durante la cottura.
Si otterrà un composto denso, ma non fermissimo come una meringa. Mettere il composto nella sac à poche. Rivestire la teglia con carta da forno e riscaldare il forno a 170°C. Formare delle palline di composto del diametro di 3-4 cm sulla carta da forno distanziandole fra di loro. Man mano che si porranno le successive, le precedenti tenderanno ad appiattirsi un po', ma deve accadere perchè i macarons prendano la loro forma caratteristica. Cuocere 10-12 minuti, girando la placca a metà cottura. Durante la cottura i macarons si solleveranno un po', dando origine ad una superficie lucida che dovrà risultare leggermente dorata a fine cottura, ed ad un bordino ruvido. Una volta raffreddati, capovolgerli e con un dito esercitare una leggera pressione nella parte inferiore per potervi porre la farcia.
Per la farcitura, sciogliere il cioccolato a bagnomaria, aggiungere poco alla volta la panna precedentemente riscaldata ed infine il burro. Fare raffreddare completamente, meglio in frigo per 15 minuti, prima di porla nella sac à poche. Capovologere la metà dei macarons e farcirli, quindi coprire con gli altri macarons esercitando una leggera pressione. Conservare in frigo per massimo 3 giorni.
Se si vuole preparare una farcitura differente, basterà sostituire la quantità di cioccolato fondente con il cioccolato bianco e, dopo aver aggiunto la panna ed il burro, aggiungere la crema con il sapore desiderato (nel mio caso ho preparato i macarons rossi ai frutti di bosco ed i verdi al pistacchio).
Devo dire che questa volta sono veramente soddisfatta del risultato e credo che anche Fabio lo sia, mi sa che si è divetito un sacco a giocare con i macarons per fare le foto.
P.S. Vi avviso che questi dolci danno dipendenza, quindi preparatevi a doverli fare almeno una volta a settimana!
Anna Luisa
Iscriviti a:
Post (Atom)