giovedì 29 novembre 2012
Francoforte e dintorni-Primo giorno
L'anno scorso non siamo riusciti a raccontarvi la nostra vacanzina natalizia in giro per mercatini di Natale a causa di vari impegni che si erano accavallati. Approfittando del fatto che quest'anno ci siamo presi una pausa, vi porterò nella bella Francoforte per scoperire la città in questo periodo così magico.
Avevo però scritto il diario di viaggio, come consuetudine e da quello riprendo, anche se temporalmente, ripeto, si riferisce all'anno scorso.
Ormai è diventata tradizione. Sono 7 anni che a Dicembre ci immergiamo totalmente nell'atmosfera natalizia dei mercatini del centro/nord Europa e anche dell'Italia ovviamente. Per chi come me ha la passione dei viaggi, non si fa in tempo a tornare da una meta che subito si pensa a quella successiva. Così quest'anno, tornati ai primi di Agosto dal tour estivo in Portogallo, abbiamo avuto tutto il tempo di studiare la meta di quest'anno. Purtroppo la scelta è spesso condizionata dai pochi giorni a disposizione e dai limitati collegamenti aerei. Mentre valutiamo le varie possibilità, inciampando inevitabilmente in orari e costi poco convenienti per alcune località, ci concentriamo su Francoforte, di cui leggiamo possedere uno dei mercatini storici della Germania, risultante già in un documento del 1393. Dopo avere apprezzato a pieno i mercatini tedeschi di Monaco e Stoccarda, trovato anche un prezzo favorevolissimo per il volo a causa del largo anticipo con cui abbiamo prenotato, capiamo che è la scelta da fare, il tutto pensando che un giorno e mezzo per la visita fosse sufficiente per visitare il mercatino e le attrattive principali della città.
I programmi iniziali però hanno subito una variazione a causa di un nostro impegno a Milano proprio in quei giorni e così abbiamo modificato il nostro itinerario per andare direttamente nel capoluogo meneghino, guadagnando un giorno e mezzo di visita a Francoforte, di cui siamo stati contentissimi.
Una volta fissato il volo, ci siamo messi alla ricerca di un albergo. Il centro di Francoforte è relativamente piccolo e la maggior parte degli hotel si trova tra la stazione centrale e la piazza principale del Romer e della Dom ovvero del municipio e della cattedrale. Tra le possibili scelte, alla fine decidiamo per il Villa florentina, un grazioso hotel leggermente a nord dalla stazione, in una zona molto tranquilla, a soli 5 minuti a piedi dalla stessa stazione centrale. Ci sentiamo di consigliarlo, struttura di medio livello, molto carina, colazione più che soddisfacente, personale gentile e disponibile.
Dopo la solita lunga attesa, arriva finalmente il periodo natalizio ed il momento di partire. Dopo un paio d'ore di volo atterriamo a Francoforte e subito raggiungiamo il centro coi comodissimi ed efficienti treni tedeschi. E' possibile utilizzare le linee S8 o S9 ed in soli 10 minuti e tre fermate, si giunge alla stazione centrale.
In pochi minuti siamo in hotel e non vediamo l'ora di immergerci nell'atmosfera natalizia, quindi torniamo alla stazione e prendiamo la metro direzione Dom/Romer. Usciti dalla metro ci troviamo immediatamente nel mezzo del mercatino. C'è un sacco di gente che affolla le bancarelle, soprattutto quelle delle bevande calde, il glowine, il vino caldo speziato dai decisi sapori natalizi e subito iniziamo a girare per le bancarelle. Io ne approfitto per fare qualche foto.
Caratteristica perculiare di Francoforte è la presenza del fiume, il Meno, che conferisce alla città un fascino particolare. Impossibile non scattare delle foto in notturna, anche se sul ponte il vento freddo e qualche goccia di pioggia non rendono piacevolissima l'esperienza. Si torna quindi a girare per le bancarelle che espongono i loro prodotti. Contrariamente agli altri mercatini, qui c'è una netta prevalenza di bancarelle che vendono cibo e bevande.
Dobbiamo trovare un posto per la cena. Ci incamminiamo al di là del fiume, il freddo ci fa entrare nel primo locale che ci troviamo di fronte, che comunque è molto caratteristico, ci piace. Subito ci rendiamo conto che le porzioni tedesche sono generosissime, ma il freddo ci spinge a spazzolarci tutto. Facciamo un altro giro per le bancarelle prima di rientrare in hotel per prepararci alla visita della città l'indomani.
(continua...)
Fabio
mercoledì 28 novembre 2012
Macedonia di baccalà
Come avrete capito, il blog, nell'ultimo periodo, è andato un po' a rilento a causa dei mille impegni personali.
Ora finalmente sembra che tutto stia tornando alla normalità. Abbiamo però, nostro malgrado, dovuto rinunciare a partecipare a tanti contest ai quali avremmo partecipato molto volentieri e ce ne dispiace. Proprio per questo, non volevamo saltare anche quello della carissima Ema di Arricciaspiccia.
E così, una volta avvisati della scadenza imminente, i nostri neuroni hanno cominciato a muoversi molto velocemente. Anna Luisa ha ovviamente subito pensato ad un dolce, mentre io costruivo pian piano una mia ricetta salata. E così, mattoncino dopo mattoncino, l'idea prende forma, sostanza e colori.
Innanzitutto devo trovare la frutta secca Noberasco con la quale bisogna partecipare al contest. Per fortuna il supermercato vicino casa dove mi servo abitualmente ha installato un totem con una buona varietà di frutta secca e disidratata. Nell'indecisione e per non trovarmi senza l'ingrediente indispensabile che mi sarebbe venuto in mente solo in un secondo momento, faccio una scorpacciata generale, giusto per non sbagliare.
Tanto si avvicina anche il Natale e la frutta secca ci sta sempre sulla nostra tavola.
L'abbinamento a cui ho pensato è quello col baccalà. Qualcuno potrà accusarmi di avere fatto il baccalà e forse stavolta ha ragione. Ma solo nel senso che è entrato a far parte della mia ricetta (cosa avevate capito? :-p)
Ispirandomi proprio ad una ricetta di Emanuela, ho pensato ad un carpaccio, fresco e colorato che secondo me potrebbe fare la sua bella figura anche come antipasto la sera della vigilia di Natale in alternativa al solito baccalà (ok, lo ammetto, lo adoro, quindi un po' di quello fritto vediamo di non farlo mancare lo stesso...).
Per contrastare il sapore del baccalà, l'ho alternato a della frutta fresca e all'arancia, buona anche per pulire il palato. Ma veniamo alla ricetta.
Ingredienti
1 pezzo di baccalà già ammollato e dissalato
2 bustine di tropical mix Noberasco
2 mele verdi
2 mele rosse
2 arance
1 bustina di semi di zucca Noberasco
Preparazione
Affettare il baccalà sottilmente. Tagliare con la mandolina le fette di mele e passare sulla superficie un po' di succo d'arancia per evitare che ingialliscano. Tagliare con la mandolina l'arancia con la buccia e successivamente pelarla a vivo..
Mettere nel piatto una fetta di mela rossa, quindi il baccalà, l'arancia, dell'altro baccalà, l'altra mela, la verde ed infine il baccalà. Spargere sul piatto il mix di frutta tropicale ed i semi di zucca che daranno maggiore croccantezza al piatto.
La ricetta sarebbe anche andata bene, se il contest non avesse previsto solo dolci (un piccolo particolare che ho scoperto solo andando a rileggere le regole del contest^^). E per essere completamente fuori concorso, volutamente, pubblico anche dopo la scadenza dello stesso. Giusto per stare sicuri. Ma virtualmente ho partecipato lo stesso e con piacere.
Fabio
lunedì 26 novembre 2012
MTchallenge di Novembre: l'Aran-Cina
Ormai sono tornata a tutti gli effetti sul nostro blogghino e la voglia di partecipare all'Mtchallenge è quasi incontenibile. Avevo provato anche il mese scorso con la ricetta di Eleonora, con la quale mi scuso ancora per non aver partecipato, ma al'ultimo momento, che tradotto significa l'ultima sera per postare, quando il mio pane dolce dello Shabatt era in forno ed io mi accingevo a scrivere il post, è saltata la corrente e..ops, ho improvvisamente ricordato che il nostro forno ha un piccolo difetto, utilizzando la funzione "statico" mi manda tutto in cortocircuito ed il salvavita fa il suo dovere, ma io resto senza forno per un paio di giorni. La treccia sono riuscita a cuocerla a casa di mio padre, ma ormai ero fuori tempo massimo per partecipare :-(
Ma questo mese non potevo mancare. "Sono riuscita a fare un dolcino questa settimana, riuscirò anche a farmi venire un'idea per le arancine di Pupaccena. Mumble, mumble, le arancine sono di riso, ed in Cina si mangia il riso con...vediamo...si, il maialino in agrodolce di Rosaria, mi dovrebbe aver dato la ricetta, ma dove l'ho messa? Trovata! Perfetto, Fabio cosa ne dici? "
"Va bene, ma hai letto il post di Ale?" "Non ancora, corro a leggerlo" e dopo circa trenta secondi "Fabio!!!!! Su Menuturistico non c'è il banner dell'MTchallenge di questo mese!!!" e lui serio "ma come, non sai nulla?"
Ora immaginate voi come mi sono sentita, come se mi stessero per dire qualcosa di traumatizzante, tipo che tra un mese finirà il mondo...ok, sorvoliamo su questa ipotesi, o che Beautiful sta per finire...insomma qualcosa di traumatizzante ;-). E lui pacifico mi risponde "hanno traslocato tutti". E' vero! Lo sapevo, ma avevo capito che erano stati messi sul nuovo blog solo i vecchi contenuti, non che ci fosse stato un trasloco in massa. Ritorno con i piedi per terra e corro a leggere. Trovo la frase alla fine delle regole "E si all'agrodolce"...a volte penso di essere telepatica con Alessandra :-) Perfetto, mi metto all'opera e mentre sto preparando il maialino, Fabio mi raggiunge in cucina e mi chiede "allora, hai deciso fai l'aran-Cina?"...mica pensavate che mio marito fosse così solo nel mondo virtuale? :-D
Per fortuna mi ha anche aiutato nella laboriosa preparazione, facendo il brodo e cuocendomi il risotto, oltre a fare la lega e preparandomi il ripeno per quelle al burro (edizione speciale solo a noi riservata :-D). Inoltre le ha anche fritte da addetto alle fritture di casa.
Aran-Cina con maialino in agrodolce
Per il riso (copio la ricetta di Pupaccena)
1 kg di riso originario (alcuni usano il Roma)
2,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla e sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una ciola medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.
Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina) 800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale
Per la panatura
700-800 g di pangrattato
Per la frittura
3 l di olio di mais
Per il maialino in agrodolce
500 g di carne di maiale (chiedere al macellaio un pezzo che vada bene per lo spezzatino)
4 cucchiai di salsa di soia
1 uovo
100 g di amido di mais
2 peperoni
1 cipolla
3 fette di ananas (se si usa quello in scatola, usare l'ananas al naturale)
1 cucchiaio di pomodoro passato (o ketchup per chi lo preferisce)
1 cucchiaio di zucchero
olio d'oliva
sale q.b.
Preparare il maialino in agrodolce: in una ciotola sbattere l'uovo con 3 cucchiai di salsa di soia ed unirvi la carne di maiale a pezzetti. Mescolare bene e lasciare riposare per un'ora mescolando di tanto in tanto.
In una padella (o meglio nel wok) mettere dell'olio sufficiente a friggere i pezzetti di carne che avremo prima sgocciolato dalla marinatura e passati nell'amido di mais. Cuocere la carne per circa 5 minuti, finchè tutti i pezzi risultino dorati. Togliere la carne dalla padella e tenerla in caldo. Nella stessa padella aggiungere altro olio se necessario, la cipolla tagliata fine ed i peperoni tagliati a dadini e portare a cottura.
Preparare una salsetta mescolando il passato di pomodoro, 1 cucchiaio di salsa di soia e lo zucchero.
Quando i peperoni saranno praticamente cotti, aggiungere l'ananas tagliato anch'esso a pezzetti, la salsa preparata e la carne tenuta da parte. Cuocere per altri 5 minuti e salare.
Il riso va preparato con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione delle arancine dev'essere ben freddo.
Preparare il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, rimuovere la carota, il sedano e la cipolla di cottura e sciogliere lo zafferano nel brodo. Regolare di sale.
In un tegame capiente, dare un giro abbondante di olio evo e fare appassire la cipolla tagliata finemente. Versare il riso e fare tostare un pochino. Versare nel tegame buona parte del brodo, non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura.
Fermare la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (ovvero non dev'essere cremoso come un tipico buon risotto!). Immergere il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno) e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato. Se serve, per abbattere la temperatura ed evitare che il riso continui a cuocere, rinnovare l'acqua fredda dentro il lavello.
Una volta tiepido, versare il riso dentro una teglia e lasciare da parte affinché raffreddi completamente. Poi coprire con carta d'alluminio e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.
Preparare la lega. Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versare l'acqua in una scodella profonda, aggiungere la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenere da parte e passare alla creazione delle arancine.
Preparare delle sfere di riso e farvi un buco al centro. Quando tutte le noste "ciotoline" saranno pronte, aggiungere il ripieno e chiudere le arancine dando loro una forma sferica. Passarle nella lega, farle sgocciolare e passarle nel pangrattato. Riscaldare l'olio a 180°C e cuocere le arancine per circa 3 minuti, finchè saranno ben dorate.
Note mie: ho scelto di non utilizzare lo zafferano, ma di lasciare il riso bianco. Per la qualità di riso ho usato il Roma, non avendo trovato l'Originario.
Dato il numero di arancine ottenuto (circa 20) avevamo deciso di distribuirle tra parenti e amici, ma dopo aver scoperto che una tira l'altra, mi sa che le mangiamo tutte noi ;-)
Anna Luisa
venerdì 23 novembre 2012
Un dolce ritorno: trancetto di cachi e crema di castagne
Rieccomi! Ogni tanto faccio capolino nel mondo virtuale dopo un'assenza che per me è stata infinita. La speranza questa volta è che più di una visita isolata, si possa trattare di un vero e proprio ritorno alla routine del blog, magari non con tre post a settimana, ma già un solo post mi sembrerebbe un enorme risultato.
Un po' spronata da Fabio a ritornare ai fornelli (forse anche lui iniziava a desiderare che gli preparassi qualcosa di goloso ;-)), un po' "chiamata all'ordine" da Ema che ci ha ricordato il suo contest in collaborazione con Noberasco, ho deciso di riprendere a cucinare proprio con una ricettina per il contest "Wow! che dolce!" . Così, ho iniziato a spulciare i vari libri di cucina a caccia di una ricetta semplice, ma che si presentasse bene e che, ovviamente desse origine ad un piatto da leccarsi i baffi. Ma voi mi conoscete, sapete la mia abilità a complicarmi la vita, così ho scelto un dolce dei grandi Aimo e Nadia, a cui però ho apportato qualche modifica. Il dolce che ho preparato è un trancetto di millefoglie ai cachi e crema di castagne. La domanda sarà sicuramente e la frutta secca Noberasco dov'è? In realtà ho scoperto anche io da poco che la nota ditta di frutta secca e disidratata ha messo in commercio anche delle comodissime confezioni di castagne lessate, che, oltre ad essere buone come spuntino, diventano comodissime in cucina quando non si ha tempo (o voglia) di pelare e lessare le castagne fresche. Mentre però preparavo il dolce, ho realizzato che le regole del contest prevedevano l'uso di frutta secca o disidratata Noberasco, quindi, nel dubbio se le castagne fossero considerate un ingrediente valido, ho aggiunto anche qualche nocciola tritata (Noberasco naturalmente ;-)).
Trancetto di millefoglie ai cachi con crema di castagne e nocciole
(rivisitazione di una ricetta di Aimo e Nadia)
Ingredienti:
300 g di castagne lessate Noberasco
150 g di panna montata
30 g di nocciole Noberasco
2 cachi maturi
90 g di zucchero
50 g di ricotta di pecora
10 g di burro
1 rotolo di pasta sfoglia
4 g di gelatina in fogli
1 cucchiaio di Vin Santo
Preparare le sfoglie: tagliare in rettangoli la pasta sfoglia, disporre i rettangoli sulla placca da forno e forarli con i rebbi di una forchetta, o utilizzando l'apposito utensile. Riscaldare il forno a 200°C ed infornare per circa 5 minuti. Spolverizzare di zucchero a velo e rimettere in forno fino a che la pasta sfoglia non abbia assunto un colore dorato. Fare raffreddare.
Preparare la gelatina di cachi: sbucciare i cachi e frullarne la polpa. Riscaldare un terzo di quest'ultima e sciogliervi la gelatina in fogli precedentemente ammollata. Unire anche la restante polpa, 20 g di zucchero e la ricotta ed emulsionare. Stendere il composto in una teglia in modo da ottenere uni strato alto 1,5 cm circa. Mettere in frigorifero a rassodare.
Preparare la crema di castagne: in una padella sciogliere 10 g di burro e 10 g di zucchero, mettervi le castagne lessate, sfumare con il Vin Santo e cuocere per un paio di minuti. Frullare le castagne con 60 g di zucchero tenendone un paio da parte per la decorazione. Tritare le nocciole e montare la panna. Incorporare la panna alla crema di castagne ed alla fine aggiungere le nocciole tritate. Con l'aiuto di una sac à poche mettere il composto in una teglia in modo da ottenere uno strato di 3 cm di spessore. Mettere in congelatore a rassodare.
Assemblare il dolce. Tagliare dei rettangoli della gelatina di cachi e della crema di castagne che nel frattempo si sarà rassodata, cercando di ottenere le stesse dimensioni dei rettangoli di pasta sfoglia. Disporre nel piatto un rettangolo di pasta sfoglia, sul quale adagiare il rettangolo di castagne e nocciole, quindi un altro rettangolo di pasta sfoglia ed infine il rettangolo di gelatina di cachi. Decorare con le castagne tenute da parte.*
*Io ho usato una pasta sfoglia classica, ma è chiaro che usando una base senza farina con glutine, la tortina è anche gluten free.
Con questa minitorta di compleanno vogliamo fare tanti, tantissimi auguri ad Ema ed al suo blog che compie un anno ed ovviamente partecipare al suo contest "Wow! che dolce!" in collaborazione con Noberasco.
Potete anche visitare la loro pagina fb QUI .
Anna Luisa
giovedì 8 novembre 2012
Lavazza e Salone del gusto-Giorni due e tre
Ancora non mi sono ripreso dalle emozioni della intensa giornata di ieri, quella dei saluti agli amici di vecchia data e a quelli nuovi, che mi trovo catapultato nel pieno del Salone. Ieri è stato giusto un antipasto, per così dire, rispetto alla giornata che mi attende. Ci sono delle persone che attendo da un po' di conoscere e non vedo l'ora. Prima però di recarmi al Salone, per la mattina ho prenotato la visita all'innovation center della Lavazza.
Devo ammettere che la titubanza iniziale, che mi aveva portato ad essere incerto se partecipare o meno fino alla fine (in verità sono state più le previsioni meteo a convincermi, lo ammetto), si è subito trasformata in entusiasmo. Come sempre capita quando si viene autorizzati a superare quella linea che nella vita di tutti i giorni ci è imposto di rispettare. Ammettiamolo, a chi non piacerebbe andare in un bar e farsi un caffé da solo alla macchina professionale? Dopo una breve introduzione a questo mondo, prendiamo posto presso le macchine da caffé. Prima ci viene mostrato come si fa e poi lo facciamo noi. E già questo basterebbe per essere contenti. Ma è solo l'inizio. Il passo successivo è stato quello di preparare un cappuccino ad opera d'arte. Stiamo parlando della realizzazione della crema di latte e non di una schiuma come spesso, ahimé, capita di trovare nei bar. Non è facile, ma con un po' di impegno si riesce ad ottenere un discrteo risultato.
Dopo di ciò ci vengono offerte altre prelibatezze al caffé, quello in crema preparato col sifone, quello al gianduia servito in una originale sorta di provetta da laboratorio ed infine ci viene mostrata la sferizzazione del caffé che ci viene servito a mò di caviale su una fetta di pane tostato spalmato di burro. Il tutto accompagnato da dolcini vari.
Insomma, una vera e propria seconda colazione...
Da qui ci rechiamo direttamente al Salone del gusto. E' venerdì e già all'apertura ci sono lunghe file, il fine settimana si avvicina e l'affluenza aumenta.
Visto che ieri sono riuscito a visitare i padiglioni 1 e 2 dedicati alle Regioni del nord e a quelle del centro, oltre agli espositori istituzionali e agli sponsor, oggi mi dedico alla visita del resto della fiera. Mi reco subito all'Oval, padiglione dedicato ai produttori esteri, nell'ambito del progetto Terra Madre. Subito sono catapultato in un mondo ricco di colori e di sapori. Per fortuna non mi faccio tanto il problema prima di tutto dell'orario e passo con disinvotura dal dolce al salato. Ma la parte più interessante è il rendersi conto di quanti piccoli o grandi produtori salvaguardano un patrimonio che è una ricchezza inestimabile.
Da qui torno al padiglione intermedio dedicato al cibo di strada, c'è un po' di tutto, ma soprattutto tanta gente in fila per mangiare. Ripasso dal padiglione dedicato al vino (slow wine) e non manca una capatina al nostro stand madre della Garofalo per assistere ad qualche show cooking e per scambiare chiacchiere con qualcuno.
Alle14:30 ho prenotato un tour dei formaggi d'alpeggio. Guidati da una studentessa dell'Università di scienze gastronomiche passiamo da una Regione all'altra, da un produttore all'altro, che oltre a farci assaggiare le loro specialità, ci raccontano della loro storia, delle loro problematiche, della loro vita di tutti i giorni ma anche tante curiosità.
Mi posso finalmente dedicare al padiglione 3 dedicato alle Regioni del Sud e alle isole prima di fare ritorno allo stand Garofalo per assistere, supportare e fotografare amici blogger che stanno per esibirsi. Non mancano incontri con nuove persone che tanto ci tenevo a conoscere. Momenti che ricorderò in maniera particolare.
Dopo avere assistito a diverse presentazioni e show cooking degli altri blogger di Gente del fud, stasera tocca finalmente a me. Con Rosalba infatti abbiamo scelto un prodotto, la mozzarella di bufala campana e preparemo una piccola degustazione. In realtà abbiamo scelto due presentazioni. Un pezzo di mozzarella su un tipico tarallo strutto, pepe e mandorle di Napoli con un po' di paté di pomodori secchi ed uno spiedino con mozzarella, salame di Mugnano del Cardinale, uva e fichi secchi. Devo dire che non c'è stato tempo per emozionarsi presi dalla preparazione e dallo scacciare via le mani degli astanti che si allungavano sui prodotti durante la preparazione degli ingredienti. E così, dopo l'introduzione di Emidio, accompagnati dalle spiegazioni dei produttori e dopo la nostra presentazione, in men che non si dica, i nostri fingers food sono stati letteralmente spazzolati via. Lo stesso dicasi per gli amici Giò e Pasquale che ci hanno affiancati in questa presentazione nello stand Slow food della Campania. La serata prosegue con la degustazione di piatti preparati da altri blogger, in compagnia e tante chiacchiere, prima che il Salone chiuda al pubblico e finalmente ci rilassiamo un pochino, sempre continuando a provare ottimi prodotti. Stremato da questa lunga e faticosa, ma estremamente piacevole e gratificante giornata, mi ritiro in hotel per il meritato riposo.
(grazie mille a chi ci ha fatto le foto)
L'indomani mattina mi alzo di buon'ora e alle 8 sono già in giro per una Torino ancora sonnacchiosa e ne approfitto per un giro nei posti "secondari". Visitare le città al risveglio ha sempre un fascino particolare con le prime consegne del mattino, i mercati che iniziano ad aprire, le persone che vanno a lavorare, e chi invece se la prende comoda e si gode il sabato. Arrivo al mercato di Porta Palazzo e non posso non fare un bel giro tra le grida che richiamano gli avventori alle bancarelle. Ci sono i prodotti e i colori dell'autunno. Da qui, a piedi, ritorno alla stazione di Porta Nuova e prendo la metro per recarmi al Lingotto.
Prima di concludere il post, vi lascio due video montaggi di foto che ho preparato. Il primo è dedicato a noi, Gente del fud che abbiamo reso speciale questa edizione del Salone del gusto con le nostre fighissime magliette, le nostre ricette, le nostre risate, i baci, gli abbracci, insomma col nostro entusiasmo ed il nostro amore per il cibo e per la cucina.
L'altro è dedicato a Terra Madre ed in particolare a tanti visi, a tante persone, a tante braccia e menti che coltivano una passione prima di coltivare/produrre prodotti da vendere. Potete vederli cliccando sui rispettivi nomi.
Video Gente del fud al Salone del gusto
Video Terra Madre
Non posso chiudere il mio racconto senza fare alcuni ringraziamenti. Già li ho fatti privatamente, ma ci tengo a farli anche qui.
Ad Emidio in primis perché è la mente, il motore di questo splendido progetto, cuore pulsante e poi a tutti i suoi collaboratori (Flavia, Piero, Giorgio e tutti gli altri, in particolare coloro che ci hanno assistiti nella degustazione), il tour operator che ha coordinato tutte le prenotazioni, lo staff Lavazza che ha curato ogni minimo particolare e i ragazzi allo stand Garofalo sempre disponibili.
Sperando di non aver dimenticato nessuno, ringrazio ogni blogger col quale ho vissuto anche solo un attimo di questa bellissima esperienza per i bei e piacevoli momenti trascorsi.
Grazie e alla prossima!
Fabio
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